Intenso momento di riflessione, confronto e dialogo per comprendere insieme allo scrittore Enrico Galiano come lo sbaglio, l’errore, l’inciampo e la caduta siano un dono da prendere come valore aggiunto alla propria vita e non come una sconfitta definitiva.
Un uomo devoto e confidente di Maria Santissima, giunto dagli angoli più remoti del mondo, Francesco, novello Mosè, da Roma ha disteso le braccia sulle acque turbolente del tempo presente, mostrando i percorsi della speranza e della rinascita, i diversi possibili sentieri della misericordia attraverso cui il popolo di Dio ed anzi, tutti i popoli della terra possono giungere in salvo sull’altra riva.
Un’immagine ricorrente, che Papa Francesco ci ha sottolineato spesso durante la pandemia, è quella della barca, dello “stare sulla stessa barca”.
Quando Giuda consuma il suo tradimento ed esce dal Cenacolo, illuminato non solo dalle lampade rituali ma dalla presenza del Maestro, l’evangelista sembra commentare: “ed era notte”.
Ai piedi della croce stava la Madre e accanto a lei il discepolo che il Maestro amava.
Quante volte volendo disegnare il volto della Chiesa siamo andati lì, alla notte della cena. E lì, nel Cenacolo, come è successo ieri sera dove si è fatto memoria dell’istituzione dell’Eucarestia, abbiamo ascoltato delle parole, abbiamo fatto nostri dei gesti, abbiamo accolto dei doni.