La festa di San Giuseppe è la prima festa della primavera anche se quest'anno liturgicamente si celebra domani 20 marzo per la coincidenza con la quarta Domenica di Quaresima. Sembra un paradosso perché il santo, per antica tradizione, protegge i vecchi, i poveri e la buona morte.
Il santo è ricordato il 20 febbraio a Nardò perché nel 1743, quando si verificò una tremenda scossa di terremoto, la statua di San Gregorio Armeno, collocata sul Sedile con le spalle voltate alla guglia dell’Immacolata, alzò la mano e l’uragano che seguì al terremoto cessò immediatamente, limitando così i danni già gravi.
Domani 11 febbraio alle 18 a Lecce, presso la chiesa parrocchiale-santuario Sant'Antonio di Padova a Fulgenzio, la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi, a 150 anni dalla nascita del Venerabile Giuseppe Michele Ghezzi.
Per avere effettuato il salvataggio di un bambino che stava soffocando per una lisca conficcatasi nella gola San Biagio ha il patronato sulla gola, mentre per essere stato scarnificato con pettini di ferro i contadini e coloro che per mestiere utilizzano gli stessi arnesi, come cardatori e tessitori, lo hanno assunto come patrono, oltre a chi suona strumenti a fiato.
Di recente, sono tornato da Cracovia, con gli accompagnatori dell’associazione Treno della Memoria, un’esperienza volta a non dimenticare una delle pagine più tragiche dello scorso secolo: la Shoah.
L’arco temporale - 1914-2012 - in cui è vissuta la venerabile Enrichetta Beltrame Quattrocchi abbraccia un secolo che dal punto di vista storico, sociale e religioso è molto articolato e complesso.