La quarta rivoluzione industriale provoca la destrutturazione del sistema educativo. Il nostro sistema educativo è ancora basato sull’apprendimento passivo di nozioni e procedure concentrate nel “periodo scolare”, seguendo un’organizzazione tipica della prima rivoluzione industriale.
Con uno sconcertante pragmatismo, per noi, quello che è stato uno dei più grandi imperi del mondo, ha dato l’annuncio della scomparsa della Regina Elisabetta II e la contestuale salita al trono del principe ereditario, istantaneamente divenuto Re Carlo III d’Inghilterra.
Ricorrono frequentemente, nei confronti della storia, episodi di negazionismo, ovvero di ripudio e si potrebbe dire che l’origine sia la medesima.
Mai espressione è stata più giusta come “colabrodo” se riferita alla situazione attuale della scuola italiana. La motivazione giustificativa ci deriva da una prima analisi dei risultati dell’ultimo Rapporto Invalsi, presentato a Roma il 7 luglio 2022.
Le tragiche vicende della guerra in Ucraina ci inducono a pensare che, poiché l’uomo è sempre lo stesso, le vicende della storia, pur nel mutamento dei tempi e delle situazioni, tendono a ripetersi. Un esempio per tutti: la guerra del grano.
Che l’Italia sia caratterizzata, tra l’altro, dal diffuso fenomeno della denatalità è arcinoto: siamo tra gli ultimi Paesi al mondo nella scala demografica.