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La cronaca di questo inizio di anno ci ha fornito notizie contraddittorie, ma degne di seria considerazione. Iniziamo dalla vicenda accaduta in una scuola secondaria di secondo grado di Rovigo, dove uno studente della classe prima (15/16 anni ?) ha sparato in classe  alla professoressa di biologia con una pistola ad aria complessa, di fronte alla ilarità di tutti gli altri alunni.

 

 

 

 

E, come se non bastasse, i genitori hanno innalzato una barriera protettiva a difesa dei propri figli. La mite professoressa, in cattedra da tanti anni, ha dichiarato di avere paura e di non sentirsela più di varcare la soglia di quella scuola.

La seconda notizia ci viene dalla città di Palermo nella quale si era trasferita una signora finlandese, ammaliata dal paesaggio e dalle opere d’arte che, numerose, arricchiscono quella città.

Ma è stata costretta a tornare sui suoi passi, perché delusa, tra l’altro, della situazione delle scuole frequentate dai suoi figli.

L’ultimo, recentissimo, episodio di cronaca ci ha narrato le gesta “eroiche” di ragazzi romani e napoletani che, dietro un malinteso senso del tifo sportivo, si sono affrontati intenzionalmente in un’area di servizio dell’Autostrada del Sole, lanciando oggetti sugli ignari automobilisti ed aggredendosi con estrema violenza.

Queste tre vicende interrogano ed inquietano la coscienza di ciascuno di noi.

Riguardo alla prima vicenda, emerge in maniera sconvolgente la mancata presa di posizione degli alunni di questa scuola, perché se insegnanti e genitori non si trovano sulla stessa sponda il futuro del nostro Paese sarà molto fosco.

Emerge la crisi delle nostre famiglie, del loro rapporto con i figli e con le istituzioni scolastiche, anch’esse alla ricerca di una identità che sembra definitivamente perdute.

L’ultima chiama in causa il ruolo delle società di calcio ed il ruolo distorto di questi giovani, gettati nello scontro come “carne da macello”, ma anche, ancora una volta, quello delle loro famiglie e dei loro genitori.

Quello che caratterizza questi modi di agire è sistematicamente attribuibile ad un profondo “disorientamento” di giovani o giovani adulti che hanno perduto la propria identità e che si abbandonano ad episodi di bullismo e di vera e propria violenza solo per avere qualche minuto di celebrità sui social, dietro ai quali un’intera generazione è completamente persa.

È molto triste notare e sottolineare tutto ciò, ma se non ci preoccupiamo di recuperare al meglio, e con grande celerità, uno stretto legame di collaborazione tra famiglia e scuola, il futuro che ci attende sarà inevitabilmente triste e caratterizzato da vicende sempre più inconsapevolmente (e questo è il peggio) drammatiche.

Un’ultima osservazione ci sembra opportuna: come mai di questi episodi si è appena accennato sui media di rilievo nazionale, a fronte dei chilometri di parole versati, ad esempio, per l’uscita del libro sulle vicende del Principe Harry e della sua consorte o quelli sullo scontro tra Shakira (cantante) e Piqué (calciatore).

Se questi, come pare, sono i miti della nostra società, urge un bagno di “cultura”, che, sola, può darci qualche speranza.

 

Forum Famiglie Puglia