Le giornate di preparazione alla festa dei santi patroni della città e della Chiesa di Lecce, hanno riacceso - tra studiosi ed appassionati - anche una questione di lungo corso: Sant'Oronzo fu davvero il protomartire d'Italia?
A dir degli studiosi, la prima agiografia oronziana in assoluto la si trova tra le pagine dell’Apologia Paradossica di Jacopo Antonio Ferrari del 1571.
Il nome Oronzo è, senza dubbio, di matrice classica e, secondo mons. Raffaele de Simone, non era da escludere l’ipotesi che, fra le illustri famiglie romane, non vi fosse anche una gens orontia.
L'amministrazione comunale di Botrugno, nella tradizionale ricorrenza del Patrocinio di Sant'Oronzo, che viene celebrato ogni 20 di febbraio in memoria dello scampato terremoto che investi tutta la Terra d'Otranto il 20 febbraio 1743, ha convocato per giovedì prossimo tutte le Città Oronziane.
Secondo la tradizione leccese a Sant’Oronzo è dedicata non solo la grande festa patronale di fine agosto, ma anche in ottobre, nella terza domenica del mese, si fa solenne memoria del patrocinio presso il santuario di Sant’Oronzo fuori le mura, con una processione, purtroppo andata perduta nei secoli, e che celebrava un altro evento miracoloso che vede il santo come protettore della città anche da un terribile terremoto nel 1858.
L’arcivescovo Michele Seccia non parteciperà al sondaggio popolare lanciato dal sindaco Adriana Poli Bortone allo scopo di raccogliere dai cittadini leccesi suggerimenti circa sistemazione più idonea del simulacro del Santo Patrono di Lecce, che, dopo i restauri, oggi può essere ammirato da cittadini e visitatori nell'atrio di Palazzo Carafa.