Tra sofferenze, paure, lutti, lockdown, didattica a distanza, restrizioni nelle relazioni sociali, precarietà lavorativa e difficoltà economiche, due anni di pandemia da Sars-Cov-2 hanno causato anche un vero e proprio terremoto psicologico.
L’indizione dell’anno dedicato alla riflessione sull’Amoris laetitia, nel quinto anniversario della sua pubblicazione, mi ha spinto a tornare con più calma sul capitolo VIII dell’Esortazione apostolica post-sinodale, quello che, dall’inizio, ha attirato maggiormente la mia curiosità.
Uno strumento “per favorire la prima fase di ascolto e consultazione del popolo di Dio nelle Chiese particolari (ottobre 2021 – aprile 2022), nella speranza di contribuire a mettere in moto le idee, le energie e la creatività di tutti coloro che prenderanno parte all’itinerario, e facilitare la condivisione dei frutti del loro impegno”.
Il film, “L’uomo della carità”, sulla figura del venerabile Fra Michele Giuseppe Ghezzi e sulla sua vita spirituale, per la regia di Fabio Frisenda e Graziano Tramacere, farà il suo debutto all’ex arena di Leverano il 19 agosto (giorno della nascita di fra Ghezzi) e il 20 agosto.
Con 20 dosi di vaccino anti-Covid al giorno per ciascuna delle 19mila farmacie presenti sul territorio si vaccinerebbero quotidianamente 380mila persone, cioè più di 11 milioni al mese, in aggiunta ai vaccinati negli hub.
“Ordinare le celebrazioni sotto il profilo della scansione temporale e della loro qualità” e “accogliere e integrare particolari e legittimi desideri dei fedeli, nel limite del possibile”.