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“Ordinare le celebrazioni sotto il profilo della scansione temporale e della loro qualità” e “accogliere e integrare particolari e legittimi desideri dei fedeli, nel limite del possibile”.

 

 

 

Sono queste le finalità della nota scritta dal card. Mauro Gambetti, arciprete di San Pietro, che offre alcune considerazioni sul comunicato della Segreteria di Stato del 12 marzo scorso volto ad assicurare che le celebrazioni “si svolgano in un clima di raccoglimento e decoro liturgico”. Secondo queste disposizioni, “tra le 7 e le 9 i sacerdoti possono concelebrare ad una delle messe d’orario nei luoghi stabiliti”.

Nello stesso tempo, “sono ammesse eccezioni riguardo ai luoghi della celebrazione - in occasione della memoria di un santo i cui resti sono custoditi in basilica - e alla contemporaneità di alcune celebrazioni per gruppi di pellegrini o nella forma straordinaria del Rito Romano”.

“Il modo di ordinare le celebrazioni del mattino previsto dal comunicato della Segreteria di Stato - afferma la nota -costituisce l’occasione per richiamare il senso e il valore della concelebrazione eucaristica che, come hanno ricordato i Padri nell’ultimo Concilio, si inserisce nel solco della Tradizione della Chiesa”. Come affermato nella Sacrosanctum Concilium, “le azioni liturgiche non sono azioni private ma celebrazioni della Chiesa”, quindi la “celebrazione comunitaria caratterizzata dalla presenza e dalla partecipazione attiva dei fedeli” è da preferirsi “alla celebrazione individuale e quasi privata”.

Per questo - l’indicazione della nota - “quando è possibile, per i presbiteri è più che opportuno concelebrare, stante anche il fatto che è prevista una regolare alternanza della presidenza per le concelebrazioni che ordinariamente avvengono nella basilica di San Pietro. Lo stesso vale anche per singoli fedeli e gruppi, invitati a partecipare alla stessa messa affinché sia espressione di fraternità e non di particolarismi che non riflettono il senso della comunione ecclesiale manifestata dalla celebrazione eucaristica”.

Tra le eccezioni comprese nella nota, c’è il fatto che nelle messe a San Pietro “non deve essere sottovalutata l’importanza della comprensione della lingua nella liturgia”. Inoltre, “le dimensioni della basilica di San Pietro e la sua architettura consentono di andare incontro a diverse esigenze di quanti desiderino celebrare l’Eucaristia in gruppo senza sovrapporsi alla concelebrazione in corso nei principali luoghi liturgici”. Senza contare “nella fascia oraria tra le 7 e le 9 del mattino la frequentazione della basilica è numericamente contenuta”. 

Per questi motivi, il card. Gambetti ha già dato disposizioni “affinché siano accolte possibilmente le richieste di celebrare nella fascia oraria dalle 7 alle 9 da parte di gruppi con esigenze particolari e legittime. Anche le richieste di celebrare in modo individuale di volta in volta potranno essere oggetto di discernimento, fatto salvo il principio che tutto possa svolgersi in un clima di raccoglimento e decoro e vigilando affinché quanto ha il carattere dell’eccezionalità non divenga ordinario, stravolgendo gli intenti e il senso del Magistero”. 

Infine, “per le celebrazioni con il Missale Romanum del 1962 deve essere fatto tutto il possibile per esaudire il desiderio di fedeli e sacerdoti come previsto dal Motu proprio Summorum Pontificum”.

 

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