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Nei giorni scorsi abbiamo già notato come il calendario copto stabilisca la memoria del transito di San Giuseppe per il 26 del mese di Abîb o Epep (una data corrispondente al nostro 2 agosto). Tale mese rappresentava un momento cruciale per la stagione dello Shemu, cioè delle “acque basse”, il periodo in cui il Nilo, ritirandosi, permetteva agli antichi egizi di finire la mietitura e completare il raccolto. 

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Nelle scorse puntate abbiamo visto come la ricezione in Occidente dell’apocrifa Storia di Giuseppe il falegname abbia fatto assurgere la figura del carpentiere di Nazareth alla dignità di patrono della buona morte.

 

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Tra le diverse fonti letterarie dedicate al santo carpentiere di Nazareth, la Storia di Giuseppe il falegname risulta avere un’importanza precipua.

 

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San Giuseppe è celebrato dalle litanie a lui dedicate come Patrone morientium, patrono dei morenti. Si tratta, senza dubbio, di un titolo molto antico.

 

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Ha già spento novantuno candeline e si conserva sempre gagliardo come un leone di Giuda, Padre Tarcisio Stramare.

 

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Quarto appuntamento con il ‘Sale della terra’, la rubrica di Radio Portalecce che va in onda ogni venerdì alle 18.

 

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