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Domani 13 luglio alle 9 nel Parco Archeologico di Rudiae, lungo Via per San Pietro in Lama, a Lecce si terrà una visita guidata, nell'area del Fondo Acchiatura e dell'Anfiteatro, riservata alla stampa. a cura di Arva Srl.

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Per settecentotrenta giorni la stupenda facciata della basilica di Santa Croce è stata nascosta da un grande velo che ne riproduceva le fattezze ed affidata alle cure di Valentino Nicolì e dei suoi collaboratori.

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Oltre agli stracci, valutati pochissimi centesimi o contraccambiati con una pettinessa (come si denominava l’attuale pettine) o con un pettine, coi denti fitti a doppia rastrellatura, talvolta comprava bottiglie, cianfrusaglie e rottami di metallo.

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Se il “motore” del veicolo a ruote, ossia il cavallo o il mulo, aveva bisogno di una revisione, si ricorreva all’intervento de lu ferracavaddhri o ferraciucci, il maniscalco, che lo eseguiva nella propria bottega.

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Lu craparu, il capraio, si riconosceva perché il consueto attraversamento del gregge lungo la strada era segnalato dai belati e dal suono della campanella appesa al collare di qualche capra e di qualche pecora.

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In ambito rurale era alquanto frequente che il maniscalco fosse anche ferraru, fabbro, e coadiuvasse l’ascularu, il carpentiere che esercitava l’arte crossa, arte grossa, cosiddetta per la preponderante lavorazione di legni grossolani come la ulìa, l’olivo, la lezza, il leccio, lu fau, il faggio, con cui costruiva carri, aratri, mortai, llaturi, lavatoi, mattarelli e, a tempo perso, curruli, trottole, che rivendeva ai mercati o alle fiere paesane.

 

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