Spesso le parole non bastano per raccontare, descrivere, sprigionare emozioni. Bisogna vedere, ammirare, sorprendersi. ortunatamente c'è chi può esaudire un desiderio non facile da soddisfare.
Torna ai leccesi e ai tanti turisti che stanno affollando il territorio salentino quello che può essere considerato il foyer di benvenuto alla città per tutti coloro che arrivano da nord: le mura urbiche tra viale De Pietro e via Calasso.
Tra coloro che svolgevano un altro mestiere ritenuto misero, ormai del tutto scomparso, si ricordano li pulimbi, i pulisciscarpe o lustrascarpe, che si disponevano nei pressi degli istituti di credito, del Tribunale o degli esercizi commerciali più accorsati.
Alcune volte, anche per passare il tempo, verrebbe di ascoltare i discorsi “a bocca chiusa”, come ventriloqui, che le statue si scambiano quando tutti passano, guardano, fanno foto o, come si dice oggi, selfie...
A Lecce il 25 agosto alle 20 nel Salone dell’Episcopio in piazza Duomo un evento dal titolo “Attingiamo futuro alle nostre radici”, in onore di Sant’Oronzo.
Vi erano prodotti che si vendevano principalmente al mattino ed altri al pomeriggio; gli ambulanti più mattinieri, che comparivano con le prime luci dell’alba, erano quelli che vendevano lu sieru, il siero, il residuato del latte dal quale si era ottenuta la ricotta o il formaggio, con cui normalmente si preparavano zuppe di pane principalmente consumate dai bambini.