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Ci sono momenti nella vita in cui un fatto fortuito, un evento casuale, un imprevisto si mettono di traverso sulla nostra strada e inaspettatamente finiscono per aprire uno squarcio sulla nostra esistenza, sul nostro modo abituale di vedere le cose per offrirci una prospettiva diversa, per aprirci ad un mondo appena al di là della superficie del reale, che non avevamo considerato. 

 

 

È un’esperienza che tutti abbiamo fatto almeno una volta. Per alcuni si tratta di un evento esterno, per altri invece è un habitus, un atteggiamento nei confronti della vita aperto al dubbio, alla ricerca, per tutti l’esigenza più o meno consapevole di trovare quel filo rosso che ricostituisce un’unità di senso alla propria esistenza, che disvela l’intimo significato delle cose. 

È un aspetto questo che i filosofi hanno indagato molto bene e tutte le acquisizioni della mente umana, cui anche la scienza ha dato un contributo, con un notevole potenziale di inquietudine e novità, sono rappresentate con sintesi efficacissima anche nell’arte contemporanea e in modo particolare nelle opere dell’artista Lucio Fontana, quelle che appartengono alla serie denominata “Attese - concetto spaziale”, realizzate negli anni ‘60 del secolo scorso. 

Appare solo un taglio su una tela, ma in realtà racchiude, anzi sprigiona tutto questo. 

Tali opere, che nella loro apparente e disarmante semplicità sono state a lungo criticate e messe in discussione, rappresentano in effetti in maniera evidente come una parte dell’arte contemporanea di cui Lucio Fontana si fece capofila e iniziatore, si caratterizzi per la prevalenza del concetto sulla forma, unita all’esigenza di sperimentare nuovi linguaggi capaci di esprimere la complessità del mondo presente e indagare sul senso delle sue ferite insanabili. 

Ancora oggi l’ineffabilità di quei tagli che spingono a oltrepassare la crosta superficiale della realtà per rivelare nuove dimensioni misteriose è un appello ad andare oltre alla nostra attuale comprensione del mondo e di noi stessi, un motivo di ispirazione nutrito dall’inquietudine e dal desiderio di assoluto che appartengono all’uomo di ogni tempo. 

Per questo, per indagare tra “Le lacerazioni e la vita”, la Comunità della Casa, in collaborazione con la Fondazione Div.Ergo - Onlus e l’associazione Casa ha organizzato un ciclo di incontri di cui il primo, dal tema “Squarciare per cercare oltre”, si terrà domani 30 maggio alle 19 presso la Pinacoteca del Museo “Castromediano” a Lecce. A guidare le riflessioni sarà il prof. Andrea Dall’Asta, direttore della Galleria San Fedele di Milano. Ingresso libero.

 

 

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