Comincia con un “grazie” il messaggio del Papa (IL TESTO INTEGRALE) per la prossima Giornata mondiale della gioventù, che anche quest’anno sarà celebrata nelle Chiese particolari di tutto il mondo nella solennità di Cristo Re, il prossimo 23 novembre, sul tema: “Anche voi date testimonianza, perché siete con me” (Gv 15,27).

“Grazie per la gioia che avete trasmesso quando siete venuti a Roma per il vostro Giubileo, e grazie anche a tutti i giovani che si sono uniti a noi nella preghiera da ogni parte del mondo”, scrive Leone XIV. “È stato un evento prezioso per rinnovare l’entusiasmo della fede e condividere la speranza che arde nei nostri cuori!”.
“Facciamo in modo che l’incontro giubilare non rimanga un momento isolato, ma segni, per ognuno di voi, un passo avanti nella vita cristiana e un forte incoraggiamento a perseverare nella testimonianza della fede”, esorta il Papa. “Iniziamo, da ora, un percorso che ci guiderà fino all’edizione internazionale della Gmg a Seoul, nel 2027”. Due i temi centrali del messaggio papale: “la nostra amicizia con Gesù, che accogliamo da Dio come dono, e l’impegno di ciascuno nella società, come costruttori di pace”.
Il “fremito” dei giovani è un vento che percorre il cuore del mondo: un grido silenzioso contro discriminazioni e ingiustizie subite dai loro coetanei. È il desiderio ardente di verità, bellezza, gioia e pace. Ma lungo il cammino possono incontrare falsi maestri: lo “scrolling” infinito sui telefoni, che li inghiotte e li svuota; o l’eco di chi usa la fede per dividere. La loro aspirazione non può restare imprigionata: trova compimento solo nell’uscire da sé, nell’aprirsi, nel donarsi. Questo è il cuore del messaggio.
“Le nostre domande più profonde non trovano ascolto, né risposta nello scrolling infinito sul cellulare, che cattura l’attenzione lasciando affaticata la mente e vuoto il cuore. Non ci portano lontano se le teniamo chiuse in noi stessi o in circoli troppo ristretti. La realizzazione dei nostri desideri autentici passa sempre attraverso l’uscire da noi stessi”.
Poi cita Papa Francesco: “Se non usciamo da noi stessi e dalle nostre zone di comodità, se non andiamo verso i poveri e chi si sente escluso dal Regno di Dio, noi non incontriamo e non testimoniamo Cristo. Smarriamo la dolce gioia di essere evangelizzati e di evangelizzare”.
Da Giovanni il Battista, Papa Leone spiega ai giovani, “impariamo che la testimonianza cristiana non è un annuncio di noi stessi e non celebra le nostre capacità spirituali, intellettuali o morali”: “La vera testimonianza è riconoscere e mostrare Gesù, l’unico che ci salva, quando egli appare. Giovanni lo riconobbe tra i peccatori, immerso nella comune umanità”. Giovanni il Battista, il precursore di Gesù, per Leone “ci ricorda che il vero testimone non ha l’obiettivo di occupare la scena, non cerca seguaci da legare a sé. Il vero testimone è umile e interiormente libero, anzitutto da sé stesso, cioè dalla pretesa di essere al centro dell’attenzione. Perciò è libero di ascoltare, di interpretare e anche di dire la verità a tutti, anche di fronte ai potenti”.
“Continuare la ricerca, nella Bibbia, degli amici e testimoni di Gesù”, l’invito del Papa: “Leggendo i Vangeli, vi accorgerete che tutti hanno trovato nella relazione viva con Cristo il senso vero della vita”.

