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…e con loro e per loro provare a realizzare qualcosa di bello. A settembre si rimettono in moto la scuola, le attività sportive, le parrocchie, la catechesi.  

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È il mese animato da tante buone intenzioni e belle idee per l’aggregazione e la crescita di ragazzi e giovani, nella prospettiva di un tempo medio-lungo (8-9 mesi) in cui provare a realizzarle. Non mancano neppure i dubbi, il pessimismo, lo scoramento, la disillusione di tanti tentativi già naufragati… E allora diciamolo subito: questo contributo non è rivolto agli operatori pastorali assuefatti all’insuccesso e/o in disarmo. Per tutti gli altri, anche solo alla ricerca di qualche nuova idea che accenda la fantasia o di un orizzonte verso cui camminare, proviamo a dir qualcosa. Stiamo rilanciando un gruppo giovanile? Avviando un oratorio? Riorganizzando la catechesi? Realizzando una sala polifunzionale di incontro? Mettendo in piedi un laboratorio creativo? Noi accenniamo a qualche criterio, voi confrontatevi.

Portarsi i giovani nel cuore. Se lo si dà per scontato, non si farà molta strada. Ragazzi piccoli e più grandi si accorgono presto se sono amati per se stessi, o se la loro presenza e il loro numero sono funzionali ad altri interessi dell’adulto. Veder diventare ogni giovane a lui affidato «un buon cristiano e un onesto cittadino» deve essere l’unico scopo e l’unica gioia di un sano educatore!

Darsi uno stile (modo abituale di pensare e di fare) comunitario. Non sono ‘io’ (catechista, collaboratore, sacerdote) che decido e agisco, ma ‘noi’…! E cioè “insieme”: nel rispetto dei ruoli, nella varietà dei compiti, nelle molteplici ricchezze apportate da ciascuno, consapevolmente coinvolto come parte di un tutto.

Intercettare le domande. Prima e più che affannarsi a mettere in piedi delle proposte a dir poco geniali, occorre chiedersi: «Questi nostri ragazzi, loro stessi, che cosa ci chiedono? quali bisogni ci manifestano?». Non i giovani in generale o quelli della più recente ricerca sociologica…, ma “questi” che abbiamo davanti, in gruppo, in parrocchia, nel quartiere, in città. Ciò aiuterà a tralasciare iniziative già messe in piedi da altre agenzie educative, a non disperdere inutilmente energie e risorse preziose e a focalizzare meglio l’offerta. E, così facendo, si inizierà a creare il legame affettivo necessario per un rapporto interpersonale.

Valorizzare le risorse. Bellissimo e nobile è pensare di mettere in piedi un oratorio parrocchiale… ma: le strutture le abbiamo? uno spazio ampio a mo’ di cortile esiste? sono facilmente raggiungibili? adulti (e giovani animatori) in grado di offrire tempo e presenza ce ne sono? Restiamo dell’idea che, come nella tipica e feconda tradizione degli oratori parrocchiali “del Nord”, ogni parrocchia (e di sicuro quelle di recente progettazione e costruzione!) dovrebbe possedere spazi, sale e campetti oratoriali… Però, in attesa di tempi migliori e aguzzando l’ingegno, si potrebbe risistemare e ridar vita a quel che c’è.

Ideario per la vita dell’Oratorio. Oltre a quanto, laddove è possibile, forse già si fa (leggi: gioco libero in  cortile o al chiuso, sport, teatro, preghiera serale quotidiana, momenti forti dell’anno vissuti con feste e giochi di vario tipo, gruppo estivo, campi di formazione, celebrazione eucaristica domenicale, liturgie varie nel corso dell’anno, ecc.…) c’è una gamma non esaustiva e sempre aggiornabile di possibilità. Realizzazione o adattamento di una sala per musica (da ascoltare, ballare o… comporre!), cinema, tv, internet; incontri, conferenze, “workshop” a carattere formativo su temi di catechesi, vita cristiana, vita sociale, politica, attualità o con testimoni autorevoli; partecipazione a concerti o a incontri con gruppi musicali di ispirazione cristiana; laboratori di manualità (cucina, danza, strumenti musicali, cartellonismo, ecc.…); esperienze di volontariato, beneficienza e interesse missionario; tempi dedicati per la direzione spirituale, la preghiera o la scuola per imparare a pregare; gruppi di studio su libri della Parola di Dio e documenti della Chiesa; partecipazione a convocazioni giovanili ed eventi della vita ecclesiale; raduni finalizzati alla preparazione alla vita familiare; occasioni formative per gli adulti nelle competenze educative; collaborazione con gli enti locali per progetti a favore dei minori, mirati alla prevenzione o al recupero e alla formazione alla legalità. Spazio alla fantasia e al cuore… e buon cammino!

*don Vanni Bisconti, viceparroco di Chiesa Madre e Mater Domini, Squinzano

 

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