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Torna puntuale anche quest’anno all’inizio di luglio, nonostante l’incertezza del momento, il messaggio di benvenuto dell’arcivescovo Michele Seccia ai turisti che giungono a Lecce e nelle località di mare della diocesi.

 

 

“Quest’anno vi abbiamo attesi più del solito - attacca Seccia nel suo indirizzo di saluto ai villeggianti che verrà affisso in tutte le chiese barocche della città oltre che nelle parrocchie e nei centri religiosi delle marine della diocesi -: i disagi provocati dall’emergenza sanitaria e i gravissimi riflessi sull’economia hanno acuito le diseguaglianze costringendo tante famiglie a non muoversi da casa e a rinunciare a qualche giorno di meritato riposo”.

“Penso a loro, prima di tutto - prosegue, rimarcando l’emergenza sociale in atto -. Provo a immaginare il senso di smarrimento e di paura che sperimentano riflettendo su un futuro senza un orizzonte nitido. E penso alla tristezza con cui tanti genitori fissano negli occhi i loro bambini ma anche alla delusione dei piccoli che quest’anno non potranno trascorrere, dopo un lungo periodo di isolamento e di lontananza anche dalla scuola, la tanto sospirata vacanza al mare con mamma e papà. Il mio invito e la mia preghiera: sia la luce della speranza ad orientare i loro passi. Solo la speranza potrà aprire nuove strade: abbiate fiducia”.

“A voi che, invece, avete potuto staccare la spina e avete scelto questa città e il nostro Salento per vivere qualche giorno di relax, - scrive l’arcivescovo ai vacanzieri - apro le porte e il cuore accogliente della Chiesa di Lecce. Chi arriva per la prima volta in questa terra meravigliosa, spalancherà gli occhi pieni di stupore ammirando i numerosi angoli di paradiso che la natura si è ritagliati proprio qui. Chi torna, invece, ci darà conferma che Lecce e il Salento meritano di essere visitati almeno una volta nella vita”.

“Ma, accanto alle spiagge incantevoli e luminose - sottolinea Seccia riferendosi alle bellezze artistiche della città capoluogo - e a tutti i doni che la creazione ha lasciato in eredità a questo lembo in mezzo al mare, potrete apprezzare anche le bellezze germogliate dalle mani creative degli uomini: il barocco delle nostre chiese e dei nostri monumenti, una volta ripartiti, non ve lo toglierete facilmente dalla memoria. È solo una, forse la più pregiata e più nota, tra le nostre perle. Una tra le testimonianze che manifestano l’operosità e la tensione spirituale di una comunità che nella storia e fino ai giorni nostri ha fatto dell’accoglienza il suo biglietto da visita, un fiore all’occhiello profumato di saggezza semplice e di santità popolare”.

“Spero di poter salutare molti di voi - conclude l’arcivescovo benedicendo e dando appuntamento ai turisti alle liturgie festive che presiederà in questi mesi nelle marine della costa adriatica che vanno da Torre San Gennaro a Torre dell’Orso, passando per San Cataldo - nelle celebrazioni cui avrò la gioia di partecipare, specie nelle località di mare”.

Foto di Arturo Caprioli.

 

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