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Anche una torrida mattinata estiva può diventare occasione di dialogo, confronto e programmazione. È quanto il presbiterio leccese, riunitosi insieme all'arcivescovo Michele Seccia, ha vissuto ieri 30 luglio nell'aula magna dell'Istituto superiore di scienze religiose metropolitano "don Tonino Bello" (ex nuovo seminario) di Lecce

 

 

 

Dopo la recita dell'ora media è toccato subito al presule salentino fare gli onori di casa e tracciare un orizzonte nel quale inquadrare il nuovo anno pastorale che, tra poco più di un mese, prenderà il via.

Ha affermato: "Fratelli presbiteri, il nostro ritrovarci qui non è il tentativo di occupare una mattinata estiva nella quale l'afa e la noia potrebbero farla da padrone, bensì è occasione propizia per ripartire con uno slancio sempre più convinto cercando di vivere il nostro servizio pastorale a beneficio di un popolo e di una storia che, a partire dalla pandemia, è stata messa fortemente a dura prova fino a modificarsi profondamente per la perdita di punti di riferimento". Da qui, dunque, le basi per i tre giorni di formazione permanente che, interesseranno la comunità sacerdotale leccese nei primi giorni di settembre.

Moderati dal vicario generale mons. Luigi Manca, gli interventi dei presbiteri presenti hanno toccato i tre ambiti cardine della pastorale: catechesi, liturgia e carità.

CATECHESI

Si è avvertita l'esigenza di ripartire da quanto all'inizio dello scorso anno pastorale, fratel Enzo Biemmi ha comunicato ai partecipanti alla formazione permanente tenutasi a Merine. Da qui l'urgenza di abbandonare uno stile catechetico di natura didattica e formalmente finalizzato alla celebrazione dei sacramenti per adottare invece un modo di procedere che voglia mettere al centro del suo agire l'annuncio del mistero di Cristo nel quale coinvolgere non solo il bambino o l'adolescente ma anche l'intera famiglia in quanto Chiesa domestica.

LITURGIA

Si è cercato di evidenziare come, le celebrazioni ben curate siano la prima fonte di annuncio e di azione catechistica da parte della Chiesa. In una società che si avvia a diventare sempre più liquida e ripiegata su se stessa, la Chiesa deve poter riscoprirsi madre che nell'evento celebrativo nutre, accompagna, genera ed educa alla vita discepolare.

CARITÀ

È il settore che, probabilmente più di ogni altro, interessa l'uomo perché permette al cristiano di incontrarne slanci, paure, miserie ed esigenze. Si è, allora, ribadito come sia necessario far partire l'azione caritativa dal primo ed imprescindibile gesto di amore che è l'ascolto. È lì che si intesse la relazione in grado di far emergere problemi e/o dinamiche che possono essere attenzionate attraverso uno stile che debba consentire alla persona di non entrare nel circuito del puro assistenzialismo ma di essere riconosciuta nella sua dignità di essere umano.

Prima dei saluti, l'ultimo accenno di Seccia ha riguardato la ripresa della Visita pastorale, già indetta e sospesa a motivo della pandemia: nelle intenzioni del pastore leccese vuol essere tempo privilegiato in cui visitare la comunità ecclesiale che il Bel Pastore ha voluto affidare alle sue cure pastorali.

Per tale motivo, dunque, sarà oggetto di accurata preparazione in una successiva assemblea del clero convocata per tale scopo.

Forte di tali sentimenti la Chiesa di Lecce ha vissuto un giorno di freschezza non climatica ma di idee, volte a concretizzarsi in un cammino sinodale nel quale annunciare Cristo Gesù, speranza del mondo.

 

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