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Percorrendo Corso Vittorio Emanuele, andando verso San Pietro, a pochi passi da Campo dei Fiori, in Campo Marzio, lo sguardo viene catturato da un palazzo dalle forme simmetriche e compatte.

 

 

 

La severità dei volumi, che lo rendono simile a una fortezza, è però addolcita dal candore delle sue facciate, dalle iscrizioni e dalle decorazioni che ritmano i piani in modo discreto. È il Palazzo della Cancelleria. Nel tempo, ha mutato le sue funzioni: residenza del cardinale che lo fece costruire, Raffaele Riario, nipote di Sisto IV, poi sede della Cancelleria Apostolica, quindi, ai nostri giorni, Penitenzieria Apostolica, Segnatura Apostolica e Rota Romana. Il palazzo ingloba la basilica di San Lorenzo in Damaso, risalente a Papa Damaso I, nell’ultimo ventennio del IV secolo, una delle più antiche di Roma.

Tanta simmetria e rigore non traggano in inganno: questo palazzo racchiude un vero e proprio palinsesto di fasi, a partire dall’epoca romana e che sale nelle stratificazioni attraverso il tardo antico fino all’epoca rinascimentale, momento della sua progettazione alla fine del XV secolo, e ancora con i rifacimenti del Novecento.

L’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica (Apsa) ha promosso nei giorni scorsi una visita guidata, aperta ai giornalisti per mostrare le bellezze di uno dei palazzi più prestigiosi di Roma.

Mons. Nunzio Galantino, presidente dell’Apsa, ha introdotto questa giornata, richiamando le parole di Papa Francesco che invitano alla trasparenza: “Ma la trasparenza non consiste soltanto nella pubblicazione del bilancio, non si ferma alla ‘quantità’ ma mostra anche la qualità di ciò che viene custodito. Si tratta di un passo avanti”, dice Galantino.

L’Apsa custodisce tante opere che restaura con impegno, quindi che senso aveva questa apertura?

Penso che riunire qui tanti giornalisti interessati al patrimonio della sede apostolica abbia un senso particolare, cioè invitarli anche a capire che la grande quantità di immobili che possiede la Santa Sede è per il 60% a canone nullo e destinati perlopiù ad attività istituzionali. Tra questi, la stragrande maggioranza ha sicuramente un valore storico, anche emozionale, molto importante. Allora una giornata come oggi serve ad ampliare il concetto di amministrazione perché sono il presidente dell'Amministrazione del patrimonio della sede apostolica e amministrare non vuol dire commercializzare. Amministrare vuol dire anche rendere disponibile, far conoscere, far fluire, arricchire anche altre di queste realtà. Ripeto, è stata un'esperienza molto bella questa, soprattutto perché ci aiuta a dare uno sguardo meno commerciale sulle realtà che appartengono alla Sede Apostolica.

Sono previsti dei progetti dell’Apsa in vista del Giubileo?

Certo. I progetti dell'Apsa sono i progetti della Santa Sede. In genere ci inseriamo in quelli che sono i progetti che già l'incaricato mons. Fisichella sta portando avanti con la sua équipe per il Giubileo. Sicuramente tanti di questi beni saranno quelli che vengono gestiti e amministrati dall’Apsa.

 

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