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Ricorre oggi il 27°anniversario della morte di don Tonino Bello. Gli accadimenti odierni ci inducono ad una riflessione su questo grande uomo perchè siamo convinti di trovare nei suoi scritti e nella sua vita tante risposte ai quesiti che oggi l'umanità si pone.

 

 

 

Vorremmo chiedergli: Sentinella, quanto resta della notte? Perchè siamo nella notte. C'è confusione. Ogni 24 ore muore nel silenzio una comunità di 600/700 persone mentre in coro diciamo che "andrà tutto bene": la parola, le parole, sono sottoposte ad uno svuotamento di senso con la separazione tra significato e significante e tutto ciò diventa spia di quella crisi economica, ecologica e di civiltà che caratterizza i nostri giorni.

È notte anche perchè facciamo fatica ad individuare il vero pericolo. È un virus e siamo all'opera per trovare farmaci, sistemi, vaccini per renderlo inoffensivo. E speriamo di bruciare i tempi. Ma ci sfugge che oltre a tutto ciò dobbiamo individuare le cause (le cause della causa!) che hanno permesso a questo virus di diventare per l'uomo letale, perchè solo così potremmo evitare nuove pandemie.

Gli scienziati ci dicono che le devastazioni del nostro pianeta sono una delle cause della pandemia. La crisi ecologica dunque al centro di tutto e con essa l'enciclica Laudato si'. Ma questa enciclica non nasce dal nulla. C'è alle spalle il lavoro, lo studio, l'intelligenza di tanti uomini, studiosi, scienziati, pastori, che hanno aperto la strada. E tra questi c'è anche don Tonino Bello che nel 1989, alla vigilia dell'Assemblea ecumenica di Basilea centrò la sua riflessione su: "Giustizia, pace e salvaguardia del creato ", percorso già avviato dal Consiglio ecumenico delle Chiese con l'assemblea di Vancouver nel 1983. Non fu da tutti percepita l'importanza di quel messaggio del presidente di Pax Christi: a molti risultò troppo politico, poco teologico, soprattutto poco opportuno. "Lui aveva il passo troppo lungo e noi si stentava a tenergli dietro. Così ha sofferto lui e abbiamo sofferto anche noi. Questo è il destino dei profeti". Così scrisse Montini di Mazzolari. Così è stato per Tonino Bello.

Una conversione ecologica di tutto il genere umano ascoltando di più gli scienziati e quanti con competenza hanno a cuore le sorti dell'umanità. Già negli anni '70 del secolo scorso si affermava che inquinamento e impoverimento delle risorse ambientali avrebbero provocato conflitti, malattie ed epidemie nel mondo. Nel 2012 Quammen pubblica il libro "Spillover" dopo aver ascoltato le parole di diversi esperti e descrive una possibile catastrofe pandemica. In un rapporto della Banca Mondiale del settembre 2019 si legge che dopo Sars, Ebola e Mers una pandemia è prevedibile. Luigi Ferrajoli in una recente intervista dice che nulla è stato fatto a livello mondiale per fronteggiare la stessa: in vista delle guerre si costruiscono bunker, si preparano gli eserciti e le armi con enormi investimenti economici, qui siamo arrivati senza posti letto, mascherine, tamponi, respiratori! Forse perchè ci prepariamo solo alla guerra! Eppure la pandemia per definizione coinvolge il mondo, è una sfida globale.

Ma esistono oggi sfide globali che non fanno parte dell'agenda politica degli stati nazionali. Sono sconcertanti la loro inerzia e il loro silenzio intorno alla catastrofi umanitarie, alle guerre e alle minacce di disastri ecologici dai quali fuggono masse di migranti. Le stesse politiche sanitarie necessiterebbero di un respiro globale: come poter affrontare una emergenza sanitaria mondiale con sistemi sanitari nazionali o addirittura regionali, spesso tra l'altro in conflitto tra loro?

I paesi dell'Europa stanno adottando provvedimenti differenti per fronteggiare un comune nemico: strategie comuni condivise (esiste tra l'altro una organizzazione mondiale della sanità cosi come esistono dei trattati dell'unione dedicati alla sanità pubblica!) porterebbero a migliori risultati salvando più persone con l'impiego di minori risorse. Il cambiamento d'epoca richiede un nuovo modo di pensare e di agire. Non possiamo affrontare il domani con schemi e pensiero che appartengono al passato ed è questo il motivo per il quale condividiamo la visione di chi crede oggi necessario rifondare il diritto internazionale a garanzia della pace (affidando all'Onu il monopolio internazionale della forza con lo scioglimento degli eserciti nazionali e la messa al bando delle armi ), dei diritti umani ( alla salute, all'istruzione e alla sussistenza), dei beni comuni (tramite l'istituzione di demani sovranazionali contro le devastazioni ambientali).

Tutto sta cambiando anzi è già cambiato! Nel saggio Il terzo millennio Balducci si chiede: "siamo ormai giunti ad una soglia che chiede alla coscienza una mutazione qualitativa? Mutare è anche morire: e la paura non è che l'impotenza o la riluttanza morale a compiere quel rigetto del passato nella cui sopravvivenza si nascondono le vere minacce della fine del mondo".

                                                                                                                                                                                             * presidente Fondazione don Tonino Bello

 

 

 

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