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Fabrizio De André, citato da uno dei relatori al Simposio mondiale delle religioni per la pace svoltosi a Genova dal 9 al 13 settembre 2004, ricordava che nella sua singolare Buona novella aveva scritto di Gesù sul Calvario: “Credevano a un altro diverso da Te”.

 

 

 

Il raduno, infatti, aveva messo in risalto una rinnovata presenza delle religioni a livello sociale e mondiale, purtroppo proposta dai media con modi superati, con categorie inadeguate e con tanta retorica.

Gli attuali dati statistici degli ascolti tv e dell’utilizzo dei vari mezzi digitali, come ad esempio sta avvenendo con Portalecce, invece, attestano ampiamente un’attenzione e un mutamento assolutamente inedito riguardo all’esperienza religiosa: non solo rispetto al citato simposio, ma pure rispetto a non molto tempo fa.

Basti ricordare che su Rai 1 la Via crucis del Venerdì santo è stata seguita da 7.927.000 telespettatori, con uno share del 25,57%.

Con creatività, forte impulso e nuova esperienza digitale, in questi giorni, dinanzi alla possibile ansia per l’epidemia, la comunità ecclesiale ha offerto, infatti, impegno notevole, supporto spirituale e una chiara proposta della Buona Novella cristiana.

Come attestano pure le tante esperienze di solidarietà verso malati, poveri e varie componenti sociali in difficoltà.

Gli strumenti digitali diocesani e parrocchiali sono diventati, quindi, una sfida che gli operatori pastorali hanno affrontato inserendosi prontamente ed efficacemente con tante idee realizzate nel territorio tramite le piattaforme.

Offrendo possibilità di preghiera comunitaria e riflessione in streaming, nuove modalità d’incontro via web e significative esperienze aggregative.

In modo da raccogliere le comunità, evitare percezioni di abbandono e sorreggere la speranza, diventando simboli di condivisione.

Magari, pure per rafforzare la fede nel Crocifisso e riconsiderare più profondamente il valore delle chiese, della domenica, della messa, del riconoscersi insieme fratelli della famiglia di Dio.

Quanta strada è stata fatta da quando nel 2002 il Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali emanò il documento La Chiesa nell’era di Internet, con una visione positiva del rapporto cattolici e media, ma anche con tante preoccupazioni sui probabili pericoli e con l’augurio di una valida creatività nell’uso delle potenzialità del web!

Le molteplici attività di gruppi, associazioni, parrocchie e diocesi stanno così realizzando una Chiesa capace di superare le restrizioni dell’emergenza con una pastorale on line che, abitando i social, prospetta cammini più efficaci per i giovani e la gente tutta, usufruendo di canali web in maniera nuova ed efficace.

 

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