In una Piazza Duomo deserta si è svolto stamane un rito breve e semplice ma dal profondo valore spirituale e devozionale considerando il forte legame tra i leccesi e il loro santo patrono.
Abbiamo già parlato, su queste pagine del busto argenteo di Sant’Oronzo oggi custodito al Museo Diocesano di Lecce ma un tempo veneratissimo dai fedeli.
La pandemia in corso ha risvegliato in tanti fedeli l’antico amore per Sant’Oronzo che le passate generazioni avevano trasmesso come un prezioso tesoro.
Resterà nella storia della devozione oronziana quanto avvenuto domenica scorsa nella chiesa di Sant’Anselmo a Nin (la città di Nona, antica capitale dalmata).
La storiografia, sin dall’antichità, ci ha consegnato diverse narrazioni di terribili pandemie. Tucidide affrescò con toni impressionanti la peste di Atene del 430 a.C., Galeno ebbe a raccontare invece la tremenda peste antonina del II sec., portata dalle truppe romane rientrate dall’Asia.
È stata scritta una nuova, importante, pagina di devozione oronziana nella giornata di ieri in Piazza Duomo a Lecce.