Resterà nella storia della devozione oronziana quanto avvenuto domenica scorsa nella chiesa di Sant’Anselmo a Nin (la città di Nona, antica capitale dalmata).
Al termine della santa messa e trasmessa in diretta da Portalecce (CLICCA QUI), celebrata all’altare della splendida Madonna di Zečevo, amatissima dai fedeli zaratini, il sacerdote don Mauro Bozo ha infatti invocato solennemente la protezione di Sant’Oronzo di Lecce sull’intera nazione croata. La parrocchiale di Nin, del resto, custodisce la preziosa cassettina dell’XI sec. contenente la reliquia attribuita al nostro patrono che fu protagonista del giubileo turese del 2018. I croati, si sa, sono un popolo forte, fiero e generoso, caratterizzato da un santo orgoglio del proprio essere cattolici. Non per nulla questo popolo ha dato i natali ad altissimi esempi di santità cristiana, sia dei secoli remoti, come San Gerolamo di Stridone (†420), sia in tempi più recenti, come San Leopoldo Mandić (1866-1942). Le vie della provvidenza divina sono certo misteriose ed è tutta da approfondire la presenza dell’unica reliquia oronziana ad oggi conosciuta in quelle contrade (notevoli risultano, a tal proposito, gli studi del prof. Nikola Jakšić dell’Università di Zara). Tuttavia, è molto significativo che nelle attuali, drammatiche circostanze il nome di Oronzo sia stato invocato anche dall’altra parte dell’Adriatico.
La Croazia vive un momento delicatissimo. Non solo ha a che fare, come ormai tutto il pianeta, con il flagello della pandemia di covid-19 ma, proprio nei giorni scorsi, è stata colpita da una violenta scossa sismica che ha arrecato non pochi danni alla meravigliosa cattedrale di Zagabria. Epidemie e terremoti: proprio le calamità da cui Sant’Oronzo ha sempre protetto il Salento ed i luoghi che, in eventi tanto angosciosi, hanno confidato nella sua potente intercessione. Così è avvenuto che, su consiglio dello studioso Stefano de Carolis, anche il parroco di Nona abbia voluto spiritualmente unire la propria preghiera a quella che i fedeli di Lecce, Ostuni, Turi e di tutti i territori in cui il culto del protovescovo appulo è diffuso stanno facendo salire ogni giorno verso il cielo.