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Un punto prezioso, acquisito con rabbia e motivazione, contro il quotato Cagliari dopo aver rimontato ben due reti con l’unico rammarico di non essere riusciti, ancora una volta, a sfatare la mancanza di vittorie al Via del Mare.

Termina così, sotto una incessante pioggerellina, la 13a giornata che si doveva giocare domenica sera e che, a causa del rinvio per l’impraticabilità del terreno di gioco, è stata disputata ieri (come un posticipo, senza tenere conto che la prossima gara del Lecce sarà l’anticipo di sabato sera a Firenze!). Una partita tutta da rivedere al Var, sia per il rigore causato da La Mantia (non ci è sembrato così netto) sia, soprattutto, per l’increscioso episodio quasi al termine della gara, che hanno interessato il portiere ospite Olsen e il “nostro” Lapadula, entrambi espulsi. Anche se per comportamenti non proprio uguali e che hanno visto l’estremo difensore isolano agire con un fare che non aveva nulla di sportivo e di umana convivenza (e meno male che si ricordava la Giornata contro la violenza!).

Liverani-pensiero

Soddisfatto mister Fabio Liverani anche se i salentini hanno sprecato almeno una decina di occasioni da gol. «Sì - ha affermato in sala stampa l’allenatore del Lecce - contro un mezzo rigore noi abbiamo fatto di più e Gabriel non è mai stato impegnato seriamente se si escludono quelle due occasioni determinanti per gli avversari. Il Lecce deve fare un campionato fuori dalla zona rossa. Faccio fatica a pensare che potevamo subire una sconfitta. Dobbiamo sopperire a certi livelli tecnici che ancora non abbiamo acquisito: si sono sentire le assenze di Mancosu, Babacar, Falco».

Partita di episodi

«Ogni gara è fatta di episodi - dice ancora Liverani al termine della gara - e i miei ragazzi hanno reagito bene recuperando lo svantaggio di ben due segnature degli ospiti. Dopo il primo gol, su rigore, avevano subìto il secondo di Nainggolan, ma hanno continuato con triangolazioni, gioco a terra, verticalizzazioni. Sono felice e orgoglioso che tengono in conto che alla fine del girone d’andata con i punti all’attivo vedremo se a fine torneo potremo conquistare e centrare il nostro obiettivo: la permanenza in A. Pareggiare con la “sorpresa del campionato” non era facile».

Calderoni-pensiero

Ormai, almeno per i leccesi, invece di “zona Cesarini” si dovrà parlare di “zona Calderoni”, per la frequenza del difensore nel risolvere, da vero “cecchino”, le partite allo scadere del tempo e addirittura nel recupero. «Sono contento di aver pareggiato - dice Marco Calderoni - lo volevamo tutti e ce lo meritavamo. Abbiamo sfruttato l’opportunità offertaci dalla differenza numerica in campo, e anche grazie al diverso atteggiamento, più incisivo e motivato, che siamo riusciti a realizzane nel secondo tempo e che, se avessimo avuto nella prima frazione di gioco, ci avrebbe certamente premiati con la vittoria».

Giudizio del Ds

Per il Direttore sportivo del Lecce, Mauro Meluso, è stata una brutta partita: «Un po’ troppa concitazione in campo - dichiara ai giornalisti - animi molto esagitati non hanno fatto bene alla gara. Ho un po’ di rammarico perché noi meritavamo di vincere. Abbiamo mostrato gioco, passaggi, progettazione; ma i punti della vittoria che non riusciamo ad avere in casa potranno venire da partire giocate fuori. I giocatori hanno dimostrato una grande forza morale interiore non arrendendosi, specialmente dopo la prima rete su rigore. Essere riusciti a rimontare con una differenza di due rete per me è come se avessimo vinto».

Gli ospiti

«Il Lecce - riconosce mister Rolando Maran - è in netta crescita e, da neopromossa, si sta sempre più immedesimando nella categoria. Con noi portiamo in rammarico di essere stati raggiunti, nella superiorità di ben due gol di differenza a fine gara e in soli sette minuti. Ciò ha dimostrato un grande carattere dei ragazzi del collega Liverani».

Ripresa

Per il prossimo impegno nella citta gigliata, si spera nella ripresa degli infortunati Babacar e Mancosu, meno su quella di Falco. Intanto gli allenamenti sono fissati per oggi nel pomeriggio al Via del Mare a porte chiuse.

 

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