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“È arrivata la notizia che su uno dei missili che è stato parzialmente distrutto, c’era una scritta in russo, “Cristo è Risorto”.

 

 

 

A riferirlo è Padre Roman Krat, consigliere del vescovo di Odessa e direttore del tribunale diocesano. L’attacco è arrivato a poche ore della Pasqua ortodossa e la scritta quindi non è casuale. “Ho paura che questo sia soltanto l’inizio”, confida il sacerdote. Padre Roman parla di 5/6 missili russi lanciati la vigilia di Pasqua sulla città di Odessa. “Due - dice - sono stati distrutti. Gli altri hanno colpito la città e sono morte diverse persone. Non si sa purtroppo ancora il numero esatto delle vittime. I dettagli degli attacchi arriveranno forse solo tra un paio di giorni”.

Lei dove si trovava?

Mi trovavo nel centro della città e si sono sentiti chiaramente i rumori delle esplosioni. È un suono profondo che arriva. Probabilmente è stato il primo attacco missilistico contro obiettivi civili. Ci sono stati precedentemente diversi attacchi ma hanno sempre preso di mira infrastrutture come la raffineria che è stata distrutta, o diverse basi militari che si trovavano dentro la città. Ma oggi è stato il primo attacco che ha colpito le abitazioni. Hanno attaccato così altre città ucraine, da Kiev a Kharkiv, ma Odessa fino ad oggi è stata risparmiata probabilmente perché è una città russa, nel senso che la maggioranza della popolazione qui parla russo e la cultura russa si è fortemente radicata.

Che clima si respira in città dopo questi attacchi?

Principalmente la gente qui rimane tranquilla. C’è un sentimento di inquietudine e incertezza ma non di disperazione o panico. Ovviamente ogni giorno ci sono gli allarmi aerei e questo ti fa percepire che siamo in una terra in guerra. Ma principalmente la gente è ottimista e reagisce in modo tranquillo con un coraggio direi quasi irrazionale ma di natura slava. Qui, tutti preghiamo. Tutti speriamo nel meglio e la preghiera è una forza potente di un popolo che crede in Dio, probabilmente poco praticante ma di fede profonda.

L’attacco non ha generato paura?

Dall’inizio del conflitto fino ad oggi mi sentivo sicuro e ho sempre detto: avrò paura il giorno in cui i primi obiettivi civili saranno bombardati a Odessa. E questo è successo. Sento che l’inquietudine è arrivata. Questo attacco forse è anche finalizzato a diffondere questo stato di paura tra la gente.

L’attacco su Odessa è avvenuto a poche ore dalle dichiarazioni del vicecomandante russo del settore Sud, Rustam Minnekayev, che ha detto: “Puntiamo alle coste del Mar Nero”. Lei pensa che c’è un collegamento?

No, sicuramente no. Quello che dicono i russi è una propaganda o una loro visione. Ma quello che noi vediamo, la realtà, è diverso. A noi fa sperare quello che invece ha detto il presidente Usa Biden e cioè che per gli Stati Uniti inizia una fase nuova di aiuto, il sostegno all’Ucraina non soltanto nella difesa ma fino alla nostra vittoria.

 

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