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Domenica 21 maggio, in occasione del centunesimo anniversario di morte della Venerabile Luigia Mazzotta, si svolgerà alle 9 la celebrazione eucaristica in sua memoria presieduta da don Michele Marino, parroco del Sacro Cuore in Lecce, nella cappella ubicata presso la casa natale della Venerabile in Via Leuca 61.

 

 

La preghiera continuerà nelle celebrazioni delle h. 10,30 e 19,30 presso la chiesa parrocchiale. “Luigia Mazzotta consumò i suoi ventidue anni di vita nel nascondimento e nel silenzio” (V. Macrì, Nella follia della Croce. Luigia Mazzotta, Lecce 1990). Tutte le testimonianze contenute nel Summarium del Processo informativo diocesano, le testimonianze giurate e i documenti di prima mano conservati in archivi parrocchiali e comunali consentono ancora oggi di tracciare il profilo di una giovane esistenza di esemplare virtù umana e spirituale, nella trasformazione in bene assoluto delle continue ed estenuanti sofferenze subite in tutta la sua vita.

Ma che cosa è la virtù, termine che in questi nostri tempi appare come anacronistico e ‘non meglio identificato’?

Per l’Enciclopedia Treccani: “É la disposizione naturale a fuggire il male e fare il bene, perseguito questo come fine a sé stesso, fuori da ogni considerazione di premio o castigo; le virtù “vengono acquisite umanamente. Sono i frutti e i germi di atti moralmente buoni” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1804).

Quando l’uomo agisce secondo la retta ragione illuminata dalla fede, cioè imita Cristo, le sue virtù umane diventano virtù cristiane. E cosa ha fatto la Venerabile Luigia se non consacrare il suo dolore a Cristo? Più soffriva, più si sentiva vicina alla sofferenza di Cristo, offerta per tutti gli uomini. Il ventaglio delle sue virtù, elevate al piano soprannaturale, si può racchiudere nella definizione di partecipazione totale della natura divina.

 

 

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