Con la celebrazione della messa solenne presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia si è conclusa sabato 21 maggio presso la parrocchia del Sacro Cuore di Lecce la tre-giorni di preghiera e di approfondimento in onore della Venerabile Luigia Mazzotta, nel centesimo anniversario della sua dipartita al Cielo.
Il triduo ha avuto inizio giovedì 19 maggio con la riflessione a cura di don Michele Giannone sulla “Santità di Luigia ieri e oggi”. Don Michele ha ricordatole le virtù straordinarie di questa santa laica alla luce dell’universale vocazione alla santità richiamata nella Lumen Gentium: la povertà, la purezza, il desiderio di nascondimento, lo spirito di sacrificio e di penitenza. Proverbiale a tal proposito la mortificazione della gola e i digiuni praticati da Luigia.
Venerdì 20 maggio, dopo alcuni cenni biografici tratteggiati da Roberto Cavallo, membro del gruppo di preghiera "Venerabile Luigia Mazzotta", vi è stato un excursus storico con la preziosa testimonianza di mons. Oronzo De Simone, il quale ha ricordato soprattutto le varie fasi del processo canonico della Venerabile, di cui è stato spesso protagonista. Ha così evidenziato l’impegno dei vari vescovi leccesi - iniziando da mons. Gennaro Trama contemporaneo della giovane Luigia - che si sono succeduti nella diocesi e che hanno caldeggiato e sensibilizzato la causa della “santa di via Maglie” verso la via della beatificazione.
Sempre nella seconda serata del triduo il vicario generale mons. Luigi Manca, nell’omelia durante la messa, ha portato il suo saluto e la sua gratitudine per l’iniziativa al parroco don Michele Marino e a tutta la comunità. Commentando il vangelo del giorno ha ricordato che Gesù è per i credenti l’amico che si fa servo. Così anche i pontefici ad un certo punto della storia si sono dati il titolo di “Servo dei servi di Cristo”.
Una volta si dichiaravano “servi” - ha ricordato don Gigi Manca - non solo i santi, come lo è stata la nostra Luigia, ma per tutti i cristiani era usuale introdursi e presentarsi con il termine di “servo”, sull’esempio del Cristo. Come ha servito Luigia Mazzotta? Offrendo la sua sofferenza. Non tutti i malati sono santi. Tutti, però, meritano il nostro rispetto, anche nel momento della loro più cupa disperazione. Ma questa ragazza sempre inferma e morta a poco più di 20 anni ha dato con gioia - come Luisa Piccarreta di Bitonto e come altri santi sofferenti - tutti i giorni un po' della sua vita. Da questo punto di vista può considerarsi una “martire”, nella misura in cui ogni giorno della sua vita ha offerto un pò della sua salute per la passione di Cristo e per la salvezza dei fratelli. Luigia allora - ha concluso don Gigi Manca - deve diventare per noi una sfida e uno stimolo per la nuova evangelizzazione.
Il triduo ha avuto termine la sera del 21 maggio, anniversario della salita al cielo della Venerabile - con la presenza dell’arcivescovo in una chiesa gremita di fedeli.
Nel corso dell’omelia mons. Seccia, ricordando come sempre ben volentieri venga a presenziare nelle ricorrenze della Luigia, ha affidato alla comunità parrocchiale del Sacro Cuore il tesoro della presenza fisica delle spoglie mortali della Venerabile, quale segno di fede da far fruttificare. Come per generazioni il ricordo di Luigia Mazzotta è stato tramandato, così adesso tocca a noi pregare il Signore affinché - per la sua intercessione - si compia il miracolo tanto atteso e in ciascuno di noi si manifesti l’opera dello Spirito Santo. (r.c)