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Amare, ascoltare, non temere. Questo è ciò che ha lasciato il Papa agli oltre un milione e mezzo di giovani alla grande messa finale della Giornata della mondiale della gioventù di Lisbona.

 

 

 

Tre semplici parole che risuonano come un eco di gioia e speranza di cui i giovani saranno i testimoni. “In questa Gmg vi consegno tre parole - ha detto Papa Francesco commentando il Vangelo della Trasfigurazione di Cristo -. Amare: non stancatevi mai di amare, di riempire il mondo di gesti d’amore. Solo l’amore ci può far trasfigurare e ci illumina davvero. Non i riflettori del successo o del potere, quelli ci fanno apparire forti, ma solo l’amore illumina. Seconda parola, ascoltare: nell’ascolto c’è l’amore per il prossimo, per chi ti sta affianco, per chi condivide con te la propria vita. Ultima parola, non temete: non abbiate mai paura di non farcela, il mondo ha bisogno di voi! Lottate per la pace e cambiate il mondo!”. Un’invito, quello del Papa, che è risuonato con forza nei cuori dei giovani provenienti letteralmente da ogni angolo della terra. Un’eco che arriverà nel 2027 alla prossima Gmg che tornerà in Asia dopo 30 anni (l’ultimo a Manila nel 1995) in Corea del Sud, a Seul, ma passando prima da Roma nel 2025 per l’Anno santo al Giubileo mondiale dei giovani come ha annunciato Papa Francesco al termine della celebrazione invitando tutti i giovani a non mancare.

Dopo la benedizione del Papa che ha presieduta la messa e le parole di ringraziamento da parte del cardinale patriarca di Lisbona Manuel Clemente che ha celebrato, orgoglioso di aver ospitato nella sua città una “famiglia di oltre un milione di giovani, guidata dal primo giovane pellegrino, Papa Francesco” come ha dichiarato lui stesso, non è mancata la commozione dei 130 giovani leccesi presenti mentre cantavano e ballavano per l’ultima volta l’inno di questa Gmg di Lisbona 2023 che per una settimana ha riecheggiato nelle strade cantato in decine di lingue diverse, consapevoli che questa esperienza volge al termine, che il Portogallo rimarrà per sempre nel proprio cuore, ma che l’avventura non termina qui: il Papa stesso ha invitato tutti i giovani a tornare nelle proprie case e comunità portando la gioia dei pellegrini di Cristo, dei testimoni del Vangelo, dei maestri della speranza, con amore, ascolto e senza paura.

La carovana dei ragazzi leccesi già ieri sera, dopo la preghiera di ringraziamento, sono ripartiti per passare la notte in pullman e raggiungere nuovamente San Sebastian al confine tra Spagna e Francia per poi dirigersi verso Genova e rientrare a Lecce.

 

 

 

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