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Dopodomani, venerdì di passione, Lecce festeggia una delle sue compatrone, Maria SS. Addolorata (l’altra è Sant’Irene).

 

 

Intanto nella chiesa di Sant’Angelo - dov’è conservata l’antica statua realizzata da Antonio Maccagnani (da non confondere con il più noto Eugenio Maccagnani, scultore) -, secondo il programma stilato dall’omonima arciconfraternita, guidata dal priore Claudio Selleri, si è celebrato il solenne settenario. Domani 21 marzo, vigilia del “Venerdì dell’Addolorata", alle 17, l’attesa processione con il prezioso simulacro e subito dopo la santa messa presieduta dal padre spirituale dell'arciconfraternita, don Rossano Santoro. Venerdì, sempre nella chiesa di Sant'Angelo la solenne celebrazione eucaristica presieduta dall'arcivescovo Michele Seccia.

Ma cosa si sa della suggestiva opera di Antonio Maccagnani artista?

Fra i discepoli di Mastro Pietro ben faceste contare Antonio Maccagnani, il quale in quell’arte riuscì migliore di lui per aver appreso disegno dal pittore Luigi Tondi, il quale fu pure mio maestro nell’accennato collegio: ma del Maccagnani dimenticaste far cenno della sua Madonna, la più bella di tutte le sue produzioni; intendo l’Addolorata nella chiesa di Sant’Angelo”.

Così si espresse il duca Sigismondo Castromediano (Corriere Meridionale di Lecce, 1893, Anno IV n.17) in risposta ad una missiva dell’amico giudice, valente storico, Cav. Luigi De Simone che gli scrisse in Cavallino il 25 aprile 1893, segno inequivocabile dell’apprezzamento che la statua dell’Addolorata di Antonio Maccagnani riscuoteva tra i suoi contemporanei illustri. Così, a distanza di più di cento anni, la bellezza di questo simulacro può essere ancora ammirata nella chiesa di Sant’Angelo a Lecce e seguita in devozione nella processione che si terrà giovedì 30 marzo.

L’ Addolorata nella chiesa di Sant’Angelo, compatrona della città di Lecce, è una statua a tuttotondo, a grandezza naturale, realizzata da Antonio Maccagnani in cartapesta dipinta, databile alla metà del XIX secolo secondo un’analisi stilistica. 

La statua segue l'iconografia tradizionale: in piedi chiusa nel mantello che le copre anche la testa, ha il volto patetico, inclinato con gli occhi rivolti al cielo e la bocca piccola semiaperta. Veste un velo candido bordato da merletto su cui si sovrappone un manto scuro, segno inequivocabile di lutto. L’abito è rosso come di consueto e dalle maniche fa capolino una camiciola bianca molto dettagliata che crea un’aurea di luce intorno alle mani che sono giunte con le dita intrecciate, in aspetto orante. Sul petto brilla una collana da cui pende un cuore d’oro trafitto da uno spadino e il capo è coperto da una aureola con iscrizione. Certamente la statua fece scuola e rimane uno dei capolavori del maestro Maccagnani.

Antonio Maccagnani nacque a Lecce nel 1807 ed ivi morì nel 1892.  La sua formazione avvenne frequentando dapprima i pittori Raffaele De Augustinis e Pasquale Letizia e, solo in un secondo momento, divenne discepolo di quel Pietro Surgente, detto “Mesciu Pietru de li Cristi”, celebre artista cartapestaio. Ben presto tuttavia oscurò la fama del maestro grazie alla maestria pittorica che Maccagnani apprese dal pittore da Luigi Tondi, allievo di Oronzo Tiso.

Artista poliedrico, realizzò importanti opere in cartapesta, in particolar modo statue di santi, madonne e figure di Cristo dall’intensa espressività, modellate e dipinte sapientemente. Tra le sue realizzazioni più famose l’Assunzione in proprietà privata a Lecce, l’Assunta alla Villa Reale di Monza, la Crocefissione con Maria e San Giovanni, di collocazione ignota, premiata con la medaglia d’argento vinta nel 1855 alla Mostra industriale di Napoli; altro riconoscimento gli fu tributato con il Crocifisso premiato con un monogramma regio all’Esposizione italiana di Firenze del 1861 e donata a Vittorio Emanuele, e l’ altro pregiato Crocifisso fu premiato con medaglia di argento offerta da Pio IX nel 1858.

Si ricordano del Maccagnani anche un Sant’Eligio nella chiesa di San Lazzaro a Lecce, San Francesco nella chiesa del Carmine. A Sant’Anna, sempre a Lecce, si conserva il gruppo con Sant’Anna e Maria bambina, mentre nella vicina chiesa di Santa Teresa si conserva la Vergine Refugium Peccatorum, il Cristo Morto e la Madonna dei Fiori. A Lizzanello, infine, l’Addolorata in collezione privata.

Bibliografia: Luigi Giuseppe De Simone, “La plastica cartacea in Lecce”, Trani, 1893; Sigismondo Castromediano, “L’arte della cartapesta”, in “Corriere Meridionale”, IV, n.14, Lecce, 1993, p.2; Pietro Marti, “La modellatura in carta”, Lecce, 1894; e Nicola Vacca, “Appunti storici sulla cartapesta leccese”, in “Rinascenza Salentina”, 1934, n.4, p.169 ss. Più di recente, cfr. Caterina Ragusa, Guida alla Cartapesta leccese, a cura di Mario Cazzato, Congedo Editore, 1993.

 

 

 

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