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“Gesù, portiamo anche noi delle croci, a volte molto pesanti: una malattia, un incidente, la morte di una persona cara, una delusione affettiva, un figlio che si è perso, il lavoro che manca, una ferita interiore che non guarisce, il fallimento di un progetto, l’ennesima attesa andata a vuoto…”.

 

 

È la meditazione del Papa sulla seconda stazione della Via Crucis, che presiederà stasera al Colosseo (SCARICA IL TESTO INTEGRALE). “Gesù, come si fa a pregare lì?”, la domanda di Francesco: “Come fare quando mi sento schiacciato dalla vita, quando un peso mi grava sul cuore, quando sono sotto pressione e non ho più la forza di reagire?”. “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”, la risposta e la proposta di Gesù: “Venire a te; io, invece, mi chiudo in me: rimugino, rivango, mi piango addosso, sprofondo nel vittimismo, campione di negatività. Venite a me: dircelo non è bastato e allora ecco che ci vieni incontro e ti carichi sulle spalle la nostra croce, per togliercene il peso. Tu questo desideri: che gettiamo in te fatiche e affanni, perché vuoi che ci sentiamo liberi e amati in te”.

“Grazie, Gesù”, l’omaggio del Papa: “Unisco la mia croce alla tua, ti porto la mia stanchezza e le mie miserie, getto in te ogni peso del cuore”.

Infine, la preghiera: “Io vengo a te, Signore. Con la mia storia Io vengo a te, Signore. Con le mie fatiche Io vengo a te, Signore. Con i miei limiti e le mie fragilità io vengo a te, Signore. Con le mie paure Io vengo a te, Signore. Riponendo ogni fiducia nel tuo amore Io vengo a te, Signore”.

 

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