In una chiesa madre gremita si sono svolti nel pomeriggio di oggi a Squinzano i funerali di Luigi Guadadiello, il giovane del posto, vittima di un agguato, la sera dello scorso 13 giugno mentre usciva di casa con la sua compagna.
Grande compostezza e grande silenzio durante il rito funebre officiato dal parroco don Alessandro Scevola. “C’è sempre grande tristezza quando si deve salutare un figlio, un compagno, un padre, un amico, un fratello - ha esordito il parroco nell’omelia -. Non siamo mai abituati a vedere morire le persone che portiamo nel cuore ancor di più quando a decidere della vita e della morte non è il Padre Eterno ma la mano dell’uomo”.
“Luigi - ha aggiunto - come tutti gli uomini ha avuto sempre il desidero di amare e di essere amato. L’amore tra uomo e donna è un dono grande che Dio ha fatto all’umanità e Luigi ha avuto la possibilità di sperimentare nella sua storia questo amore che lo ho portato a fare spazio nel suo cuore agli affetti della terra. Amori che lo hanno sostenuto negli anni anche difficili della sua esperienza di vita. Oggi spetta a te, cara Francesca (la compagna ndr), trovare la forza per affidare a Dio il compagno, l’uomo che hai imparato ad amare e dalla quale ti sei sentita amata. La morte non potrà mai cancellare il ricordo di questo affetto”.
“Quanto è triste sapere che la violenza ha portato via un figlio, un compagno, un padre un amico. La violenza lascia dietro di sé sempre una scia di lacrime e di dolore - ha rilevato don Alessandro -.
Oggi siamo tutti un po' disorientati da quanto è accaduto ma in forza della nostra umanità e per alcuni di voi anche della nostra fede dobbiamo sempre poter dire con fermezza che la violenza non è mai la riposta al desiderio della vita. La violenza è un vicolo cieco che penalizza l’uomo sempre e comunque. La tragica morte di Luigi deve mettere nel cuore di tutti il desiderio di una vita buona, di una vita che merita di essere vissuta, di una vita che deve costruirsi su quei valori di correttezza, di onestà, di sacrificio, di lealtà, di tenerezza”.
“La nostra stessa città di Squinzano - ha proseguito rivolgendosi ai presenti - merita di avere un presente e un futuro carico di vita e non di morte. Pensate a cosa ha portato questo atto brutale di violenza: dei genitori piangeranno per sempre il loro figlio; dei fratelli non potranno più abbracciare il loro caro; dei figli cresceranno senza un padre accanto; degli amici non potranno più godere della gioia dell’amicizia”.
“Mentre affidiamo alla Vergine Madre e alla misericordia di Dio, l’unico giudice della nostra storia, la vita umana di Luigi - ha concluso don Alessandro -, preghiamo Dio Padre perché doni a voi tanta consolazione e a noi tutti la forza e il coraggio di impegnarci perché possano risuonare nel nostro paese non i colpi della morte ma i sussulti della vita nuova.
Al termine della messa il feretro è stato portato fuori dalla chiesa e in piazza sono stati fatti volare palloncini bianchi e blu al rombo dei motori e al fragore degli applausi di saluto e di commozione.