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La compagnia teatrale "don Pietro Cocciolo" di San Pietro Vernotico torna in scena con L'aria te lu settentrione.

 

 

 

David Lynch, descritto da The Guardian come "il regista più importante di quest'epoca" diversi anni fa disse: "Quanto è magico entrare in un teatro e vedere spegnersi le luci. Non so perché. C’è un silenzio profondo, ed ecco che il sipario inizia ad aprirsi. Forse è rosso. Ed entri in un altro mondo". Quanto è mancata questa magia e quanto l'attesa per l'apertura di quel sipario.

Quanto è mancata questa magia e quanto l'attesa per l'apertura di quel sipario. Infatti, la pandemia oltre ad aver colpito duramente alcuni settori dell'economia, ha limitato la socialità. Tra le tante, ha impedito sicuramente di andare al teatro e al cinema.

A San Pietro Vernotico, la compagnia teatrale "don Pietro Cocciolo" dell'oratorio “San Domenico Savio”, dopo due anni di inattività, ripropone al pubblico una brillante commedia in due atti, L'aria te lu settentrione. Essa è un riadattamento di un classico del teatro siciliano, L'aria del continente di Nino Martoglio, tradotta in dialetto sampietrano e trasformata da Johnny Pinto, regista della compagnia.

La Compagnia nasce nel lontano 1976 per volontà di don Pietro Cocciolo e solo dopo la sua morte, nel 2011, prende il suo nome e continua la sua opera con la messa in scena di tante commedie brillanti in forma dialettale. Tra le più famose: Papa Galeazzo, arciprete di Lucugnano; Tira cchiui lu pilu ca lu nzartu; Pelo, Contropelo e permanente per signora... tutte di Raffaele Del Savio.

L'evento si terrà domenica 1° maggio alle 20.30 nel teatro “Don Bosco”. I biglietti sono in prevendita e l'attesa cresce.

 

 

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