0
0
0
s2sdefault

Non c'è la firma. Ma ora almeno chi ha “insultato” accusando di sfregio l'addobbo di Piazza Duomo con le luminarie, ora potrà avere un termine di paragone preciso e sovrapponibile alla parola impropriamente utilizzata per descrivere la scenografia dell'evento Dior.

 

 

È accaduto nella notte: sul muro di cinta del complesso parrocchiale di Santa Rosa a Lecce (lato viale Foscolo), una mano ignota si è “divertita” a manifestare il proprio pensiero “sfregiando” il rivestimento di una chiesa che non raggiungerà mai la poesia del barocco di Zimbalo&C, ma che sicuramente rappresenta un esempio riconosciuto in tutta Italia di arte sacra contemporanea del periodo post conciliare e soprattutto un luogo dove si esercita la libertà di culto e dell'azione pastorale. Ma i 'soliti ignoti' hanno fatto altrettanto anche in altri punti della città (vedi gallery), financo sulle mura urbiche.

L'amara scoperta questa mattina da parte del parroco, don Damiano Madaro (che nelle prossime ore sporgerà denuncia alle autorità competenti) e dei suoi collaboratori: si tratta della parete che chiude gli spazi destinati alla quotidiana mensa dei poveri nella quale, fin dalle prime ore di ogni santa giornata, volontari della Caritas parrocchiale offrono gratuitamente alcune ore del proprio tempo per preparare il pranzo per i bisognosi.

“TAP + COVID + DIOR = ZONA ROSSA”. Queste le scritte comparse e incise con vernice nera sulla parete in carparo, la stessa sulla quale, già in passato erano apparse altre ingiurie, poi cancellate. Avranno fatto un notevole sforzo di fantasia gli autori nel sommare i tre addendi con l'intento di giungere alla somma: l'indecente imbecillità di utilizzare forme offensive per esprimere un parere. “Che, in quanto tale - ha dichiarato l'arcivescovo di Lecce, mons. Michele Seccia tempestivamente informato dell'accaduto mentre inaugurava e benediceva l'oratorio di Arnesano appena restaurato - merita il rispetto di tutti perché in democrazia esistono le diverse opinioni e non il pensiero unico. Sicuramente le forme scelte per manifestare un dissenso non sono quelle più degne di uno stato democratico”.

“Ma un gesto come questo è ingiustificabile - è il duro giudizio di Seccia -. Accostare la pandemia a Dior non solo appare inappropriato e di dubbio gusto ma mi sembra anche fuori da ogni logica: se la pandemia sta provocando disastri sul piano sociale e occupazionale, è giusto che si sappia che dietro l'evento di stasera c'è il lavoro di oltre cento persone (senza considerare l'indotto ndr) che hanno potuto portare il pane a casa. Chi spinge per il lavoro a tutti e per il sociale è giusto che lo sappia. So bene che non risolviamo con un evento i problemi del Mezzogiorno e del Salento, ma in emergenza e fuori da ogni polemica e da ogni opinabile gusto estetico, rimane, a mio parere, un grande segno di speranza”.

"Se poi - conclude l'arcivescovo - il riferimento sottinteso alla frase fosse alla chiusura nelle ultime ore di alcune vie nelle vicinanze di Piazza Duomo va ricordato che sono gli organi competenti a stabilire il livello di sicurezza da garantire ad eventi di portata mondiale come quello in onda stasera da Lecce. Già in sede di conferenza stampa avevo chiesto scusa anticipatamente per gli eventuali disagi (LEGGI QUI)". 

“Non c'è nessuna intenzione - spiega amareggiato don Damiano - di dare ulteriore visibilità a taluni personaggi che di notte passano il tempo deturpando i beni che appartengono alla collettività. Nessuna condanna ma tanto dispiacere  soprattutto perché il muro deturpato delimita il luogo dove ogni giorno si vive la carità offrendo attenzione ai poveri e ai dimenticati - conclude il parroco di Santa Rosa”.

 

 

Forum Famiglie Puglia