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Si confondono le emozioni, si intrecciano i pensieri. Sono le sensazioni che legano fede, tradizione e culto.

 

 

L’undena in onore del patrono, a Campi Salentina, entra nella sua fase conclusiva, in attesa trepidante della festa, venerdì prossimo, 1° settembre, ma si rivela sempre più un suggestivo quadro d’insieme che traccia un percorso religioso di profonda spiritualità. Sant’Oronzo sarà celebrato e venerato, ma questi giorni, vissuti nel raccoglimento solidale, nell’unità collettiva, nella condivisione della preghiera, lasciano un segno indelebile nei fedeli. Campi, oggi, è un paese in movimento stretto attorno al santo protettore. Una comunità unita. Si medita, si cammina, si evocano affetti, si tracciano le linee guida pastorali.

Stati d’animo che ieri si sono ulteriormente amplificati, perché, ancora una volta ed ancora di più, Sant’Oronzo, si è fatto uomo che si avvicina all’uomo, abbracciandone le debolezze, intercedendo per grazia. A Campi, è infatti giunta, da Turi, la reliquia di Sant’Oronzo.

Ad accompagnare il sacro frammento, un particolare del cranio, mons. Giovanni Amodio, arciprete di Turi. A lui anche il compito di presiedere la concelebrazione eucaristica serale, a cui hanno preso parte, il parroco di Santa Maria delle Grazie, don Gianmarco Errico, il parroco di San Francesco d’Assisi, Padre Michele Cilli, e Padre Martino Gaudiuso, della comunità dei padri scolopi di Campi. Un'omelia molto sentita e toccante, quella di don Giovanni, che ha voluto ripercorrere le vicende che hanno portato a custodire la reliquia di Sant’Oronzo nella sua parrocchia, recuperata direttamente da Zara, in Croazia. Varie peripezie per giungere finalmente ad individuare la teca contente il pezzetto di cranio. E proprio le vicissitudini affrontato in quella circostanza, ha specificato, ne hanno segnato in maniera netta ed intima, la sua vita di uomo e di sacerdote.

“Durante quel viaggio in Croazia - ha detto don Giovanni - ho potuto capire quale sia la forza di Sant’Oronzo, la sua presenza reale, di un uomo che è esistito davvero. In quella singolare situazione ho scoperto che Il suo culto risale al IX secolo, oltre 500 anni prima di quando lo conoscessimo noi. Possiamo dire dunque che Sant’Oronzo è stato il primo evangelizzatore della nostra Puglia, il santo che prima di tutti ha fatto scoprire Cristo alle nostre popolazioni, al Salento innanzitutto. E lì, in Croazia, ho capito quanto rispetto va tributato nei confronti dei fedeli, la cui venerazione per Sant’Oronzo mi commuove sempre quando la tocco con mano, come succede a Turi, e come sta accadendo a Campi in questi giorni”.

La reliquia rimarrà in paese fino a domenica 3 settembre.

Al termine del rito religioso, con la chiesa madre gremita come l’occasione meritava, un momento di forte commozione. Don Gianmarco ha infatti annunciato di aver realizzato, nei locali retrostanti la sagrestia, un museo parrocchiale e di averlo voluto dedicare a don Mario Versienti, il sacerdote di Campi deceduto nel giugno di due anni fa, ancora molto amato e stimato.        

L’undena si concluderà giovedì 31 agosto, nel giorno della vigilia della festa. Alle 19 la santa messa celebrata dal parroco della cattedrale di Lecce, don Vito Caputo e, a seguire, la processione, con la statua argentea del santo per le vie del paese. Venerdì 1° settembre, la solennità. Le messe, in mattinata, alle 8.30 in chiesa madre, ed alle 10.30 nella cappella di Sant’Oronzo. In serata, alle 19, la solenne concelebrazione presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia

 

 

 

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