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“Io sono un prete, un umile servo del Signore, un appassionato del vangelo, un uomo che ha fatto tutta la sua ‘peregrinazione’ verso la verità ricercando nella giustizia un suo fondamento, nell’ancora troppo lontano Sud”.

 

 

 

Lo scrive mons. Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, in una “Lettera alla politica”. Originario della Calabria, il presule dal 2 febbraio è alla guida della diocesi di Napoli, “città che ancora il Sud rappresenta in tutte le sue dimensioni e contraddizioni, in tutti i suoi colori chiari e scuri e in tutte le sue melodie, festose e tristi. Napoli è una città bellissima. Tutto il Sud è una terra bellissima. Di questa estesa terra ricca di paesaggi e di storie, di mare e di cielo limpidi, di monti leggeri e di valli ondulate, di cultura e di umanità, di pensiero alto e di braccia forti, di incanto meraviglioso e di mani incallite, ho visto, e ancora da questo luogo straordinario vedo, le sofferenze degli uomini e delle donne, il loro coraggio di combattere ancora. La loro vivida intelligenza e profonda bontà”.

Mons. Battaglia denuncia “le ingiustizie inflittegli anche da chi – a causa di un antico e reiterato preconcetto – considera il Sud una zavorra e non una risorsa, credendo di poter agganciare il treno dell’Europa abbandonando sul binario morto quella parte del Paese che in più di mezzo secolo gli ha offerto non soltanto le braccia per le industrie, ma anche le intelligenze per farlo diventare quel ricco e potente territorio che è”. Del Sud l’arcivescovo cita “le terre arse e i volti di marinai e braccianti bruciati dal sole e dalla fatica “ tradita”. E il viso triste di giovani in attesa. Uno sguardo triste il loro, ma non domo. Ho visto pure le solitudini degli abbandoni. E la condizione di isolamento, territoriale oltre che economico e politico, in cui il Sud viene ancora tenuto rispetto al resto del Paese per non dire dell’Europa. Un abbandono insistente, anche se talvolta mitigato da promesse insincere o che si interrompono a metà, perpetrato da un potere e da una classe dirigente troppo distanti. Classe dirigente, generalmente intesa, che da queste parti si affaccia per utilizzarlo, il Sud, come riserva di caccia di voti o come un utile consumatore di beni altrove prodotti”.

“Come prete e come uomo del Sud”, mons. Battaglia sente che “a questo Piano ‘nazional-europeo’ manchi il Sud. Manchi il Sud nella sua specificità di questione morale e politica e, quindi, democratica. E se manca il Sud in quanto tale, mancano anche i poveri nella loro drammatica peculiarità. I poveri in carne ed ossa, uomini, donne e bambini, volto per volto, nome per nome, che spero finalmente fuoriescano da quelle fredde statistiche che non impressionano più un’Italia divisa su tutto e che rischia di esplodere in una guerra intestina tra egoismi intrecciati, sopra la quale ogni giorno più indifferente sta quella parte progressivamente più ristretta di ricchi sempre più ricchi”.

 

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