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Le forme che il mondo del web ha assunto negli ultimi anni hanno profondamente modificato il nostro rapporto con i media.

 

 

 

L’autoscatto è reso pubblico dall’arrivo degli smartphone capaci di scattare fotografie di buona qualità e consentendo all’individuo attraverso la modalità selfie di sentirsi attivo, in quanto si può pienamente controllare la propria immagine mentre la si fissa su un device.

Dall’altra parte, ricorda Vanni Codelluppi, anche i social network nella loro evoluzione permettono di condividere il solo materiale fotografico con grande quantità di persone con una tendenza alla “vetrinizzazione”, frutto di quell’impellente necessità che oggi le persone sentono di dover soddisfare al fine di costruire e gestire la propria identità per ottenere un riconoscimento.  Negli ultimi secoli i “monumenti” costruiti nel corso della storia hanno cercato di rendere immortale la vita di alcuni esseri umani considerati meritevoli per determinate gesta; la possibilità del ritratto invece è stata espressione di una classe benestante che voleva lasciare il segno. Ma è in particolare la fotografia nell’ultimo secolo che in maniera significativa ha data la possibilità a questa società di immortalare la propria immagine. Il selfie contemporaneo, pertanto non fa altro che sviluppare la capacità posseduta da sempre da parte della fotografia, di attribuire una durata e una diffusione sociale notevole. Essa una volta che l’evento si è concluso, continua a farlo vivere “eternizzando”: ovvero a sentirsi meno effimere in un mondo che vive un rapidissimo cambiamento. Va considerato che l’immagine fotografica non può essere la copia esatta della realtà. Una fotografia viene realizzata da un soggetto mosso da specifici obiettivi, i quali possono anche non corrispondere a quelli del soggetto fotografato. L’arte del fotografare, insomma, è un po' come l’arte di cacciare o meglio desiderare di catturare e dominare la realtà. Quanto tutto questo comunicare oggi attraverso nei nuovi social network ci sta dicendo semplicemente: io “mi metto in vetrina”?

 

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