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I nostri ragazzi, spesso guardano serie tv che parlano di violenza, ma non hanno la possibilità di avere un distacco critico nei confronti della storia.

 

 

 

Ad esempio, Gomorra a Napoli, e non solo, è popolarissima anche tra i bambini delle elementari. Per loro vedere rappresentato il male, diventa, nonostante le intenzioni siano opposte, una forma di legittimazione, per quanto non voluta, del male.

Ci sono però le alternative, come Mare fuori è una delle serie più viste nelle ultime settimane. Ideata da Cristiana Farina, appassiona tantissimi giovani e, rispetto a Gomorra che ha scelto una tematica ben precisa, prova a far capire che lo Stato c’è e offre una seconda possibilità ai giovani che si trovano negli istituti di pena minorili.

Gomorra presenta un unico punto di vista. Mare fuori, invece, è una serie che non si pone l’obiettivo di giudicare ma racconta semplicemente una realtà, fa un invito a porsi la domani. In special modo, racconta di una Napoli bellissima ma tetra e poco vivibile, in cui convive il sacro e profano. Non è diseducativa, anzi, insegna proprio a fare ammenda dei propri errori e a capire come poter rinascere e tornare a vivere in libertà.

La serie, quindi regala uno sguardo diverso, immaginando un mondo in cui è possibile trovare il riscatto e la gioia di vivere.

Nella serie non c’è la celebrazione del male ma c’è la speranza. Il regista ha cercato - riuscendoci benissimo - ad  esplorare il mondo dei giovani sotto un altro punto di vista.

In special modo, racconta di una Napoli bellissima, in cui convive il sacro e profano. Non è diseducativa, anzi, insegna proprio a fare ammenda dei propri errori e a capire come poter rinascere e tornare a vivere in libertà.

E soprattutto dimostra che ogni grande città (non solo Napoli) ha le sue problematiche ma anche infinite risorse per risorgere.

 

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