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“Ringrazio il Signore e prego per tutti i vescovi defunti che mi hanno preceduto sulla cattedra di Sant’Oronzo”.

 

 

Con queste parole l’arcivescovo Michele Seccia ha introdotto la celebrazione eucaristica serale del 2 novembre in cattedrale, dedicata, per antica tradizione, ai vescovi della diocesi di Lecce, passati alla gloria del Padre, che continuano, dal cielo, a custodire e benedire la Chiesa diocesana e i suoi pastori.

“Ci ritroviamo anche stasera”, ha esordito nell’omelia il vescovo, “a meditare un pagina del Vangelo a noi molto cara, le beatitudini”.

Ha sottolineato, l’arcivescovo, ai fedeli, che le beatitudini evangeliche non riguardano solo la vita eterna, ma innanzitutto, partono da questa nostra vita terrena, di cristiani battezzati, regolandone il cammino e rivestendo di grande speranza ciascuno di noi.

“La solennità di ieri e la commemorazione di oggi - ha continuato - ci permettono e quasi ci costringono a capire il vero senso della nostra vita, della nostra esistenza, che passando dalla porta stretta della morte, si apre ad una nuova vita, la beatitudine eterna, a cui ciascuno di noi si deve preparare, proprio attraverso il nutrimento dei sacramenti e della Parola”.

Al termine della celebrazione, il pastore della Chiesa leccese, si è recato processionalmente, dinanzi alle tombe dei vescovi sepolti in cattedrale e al sepolcreto della cripta, per una preghiera di suffragio, l’aspersione con l’acqua benedetta e la preghiera silenziosa.

 

 

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