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Giorno di festa, ieri 15 luglio, per la comunità di Campi Salentina che ha onorato il suo protettore, San Pompilio Maria Pirrotti, con una solenne concelebrazione presieduta dall'arcivescovo Michele Seccia presso il santuario retto dalla locale comunità dei Padri Scolopi.

 

 

Tanti i sacerdoti religiosi e diocesani che hanno fatto corona al presule durante la messa e trasmessa in  DIRETTA  da Portalecce, segno della grande venerazione e devozione che legano il popolo di Dio alla vita e alle opere di questo grande santo.

Nella sua omelia, Seccia non ha mancato di "provocare" i presenti: "siamo venuti qui per parlare di San Pompilio o per parlare di noi? Se il nostro convenire qui, in chiesa, non ci dona l'entusiasmo per ripercorrere, almeno in parte, le gesta e la vita di San Pompilio, allora stiamo impoverendo la nostra fede".

Il cammino di ogni battezzato non può non avere come meta la santità, vivere del Signore per donarlo agli altri.

Sta tutto qui il segreto per una vita cristiana riuscita.

Ancora l'arcivescovo: "dobbiamo verificare il nostro cammino di cristiani per vedere se è fatto solo di pura realtà devozionale o se pervaso da nobile e sana presunzione di donare/mostrare Cristo agli altri".

Entrare in questo dinamismo fa sì che nell'esistenza del discepolo di Cristo non vi sia doppiezza tra vita ecclesiale e vita sociale, ma il Signore sia l'evento/presenza che la anima in ogni ambito.

Rincara il pastore della Chiesa di Lecce: "San Pompilio era innamorato del vangelo da non poter vivere senza incarnarlo: questa grande verità porta ogni membro della Chiesa a vedere come nel momento in cui si proclama "Parola di Dio" - "Parola del Signore", essa [la Parola ndr] deve permeare le sue scelte e i suoi gesti per renderlo immagine del tre volte Santo".

Parlare di santità, dunque, diventa un parlare di Dio per parlare dell'uomo, così come ieri, si è riflettuto su San Pompilio Maria per riflettere sulla splendida avventura cristiana che ha nella sequela la massima espressione di attualizzazione.

Al termine dell’eucarestia, l’arcivescovo si è portato sul sagrato del santuario e con la reliquia ha benedetto la città di Campi Salentina e tutta la diocesi.

 

 

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