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“A tutti gli operatori, ai volontari, agli uomini e alle donne di buona volontà che animano la carità della Chiesa di Lecce, dico grazie, dovunque voi svolgiate il vostro impegno gratuito, disinteressato, evangelico”.

 

 

 

Sono parole dell’arcivescovo Michele Seccia che, dopo le solenni liturgie della Settimana Santa, accompagnato dal direttore della Caritas diocesana, don Nicola Macculi, sta dedicando i giorni successivi alla domenica di Pasqua alla carità. Dopo l’incontro con gli ospiti della Casa della Carità del giorno di pasquetta (LEGGI) quando, nonostante la pioggia, ha distribuito personalmente i cestini per il pranzo augurando a ciascuno buone feste pasquali e ha incoraggiato i presenti a vivere la gioia di questo tempo nella semplicità e nella concordia e ha pure donato le colombe pasquali e un grande uovo di Pasqua, l’altra sera ha voluto incontrare presso l’auditorium della parrocchia San Giovanni Battista in Lecce, una settantina di volontari che prestano il loro tempo nelle mense della città e nei punti ristoro.

“Ovunque voi prestiate il vostro servizio - ha detto loro l’Arcivescovo - per una causa così grande, per i poveri, alla Casa della Carità, nelle mense parrocchiali, nelle Caritas parrocchiali, nei centri di ascolto, nei punti ristoro, nei luoghi della distribuzione dei viveri, negli uffici della Caritas, dal cuore del pastore che presiede in diocesi il servizio della carità e di cui voi siete un fecondo braccio operativo, vi giunga un grande grazie”.

I volontari dei punti ristoro della cattedrale, di San Massimiliano Kolbe in Lecce, del Sacro Cuore in Lecce, di Santa Maria delle Grazie in Squinzano, della mensa di Santa Rosa in Lecce, di quella di San Giovanni battista in Lecce e della mensa della Casa della Carità hanno spiegato all’arcivescovo come funzionano i vari servizi: le motivazioni e la gioia del “dare” sono stati i punti di riferimento di ogni intervento dove veniva sottolineato che era molto di più quello che ogni operatore riceve rispetto a quello che ognuno prova a offrire.

Una delegazione degli Angeli di quartiere, ha presentato ciò che compie per la città. È emersa durante l’incontro la necessità di fare rete tra le diverse forme di servizio alla persona, sia in città che nei comuni della diocesi: non solo la Caritas ma anche i giovani della Comunità di Sant’Egidio, l’associazione Frati e Soru, la Croce Rossa, la Protezione civile. Tutti insieme: sarebbe un bel segno per la città e ancora di più per la diocesi.

Tra le varie progettualità, don Gerardo Ippolito, parroco di San Giovanni Battista ha sottolineato la possibilità di allestire un alloggio per le donne nei prossimi mesi.

L’arcivescovo ha ribadito la disponibilità della diocesi a fare la sua parte, nel venire incontro alle tante necessità, rafforzando però in modo significativo la dimensione valoriale e motivazionale di chi, giovane o meno giovane, dedica il suo tempo agli altri.

“È Pasqua - aggiunto Seccia - e come vescovo vi affido un altro compito. Diffondete con il vostro esempio la cultura del volontariato, invitate e sensibilizzate i vostri amici, non per mettervi in mostra, ma per far conoscere loro i bisogni reali di tanta povera gente che riesce a stento a sopravvivere. La vostra testimonianza sia di esempio anche per i giovani, che sono generosi e che non si tirano indietro di fronte alle emergenze. Provateci e vedrete che resterete sorpresi dalla loro risposta”.

“Infine - ha concluso l’arcivescovo -, mentre dico grazie a voi operatori, voglio ringraziare anche chi usufruisce del vostro servizio. Ne hanno bisogno, lo fanno per necessità, a volte anche per abitudine, sappiate però che, stendendo la mano e chiedendo aiuto, mettono in gioco la loro dignità. I vostri gesti di amore condivisi con loro possono aiutarli anche a riacquistare la voglia di vivere e a guardare al futuro con un pizzico di speranza”.

 

 

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