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L'aveva detto. E l'ha fatto! L'arcivescovo Michele Seccia l'ha annunciato e ripetuto in tutte le lingue durante la Visita Pastorale di tre giorni alla parrocchia degli Angeli Custodi di San Pietro Vernotico: la Visita Pastorale è, e deve essere, un'occasione per "rifare l'esperienza del parroco".

 

 

Nel corso dell'omelia della messa di chiusura della Visita, l’arcivescovo ha particolarmente rilevato “il sommo piacere” di essersi sentito in ogni momento membro della "famiglia allargata" - richiamando al senso da attribuire alla parrocchia - nella comunità degli Angeli Custodi.

La quale - ha proseguito - con passione e spirito sacerdotale (pari, a suo dire, a quella dimostrata ogni giorno nell'espletamento del compito affidatogli in Curia) è guidata da don Vincenzo Martella.

L'evidente soddisfazione acquisita nel suo "viaggio" non gli ha impedito di affermare in ogni ambito della parrocchia la raggiante ammissione che “un vescovo che si vede circondato e accerchiato da una comunità come questa degli Angeli Custodi, così viva e accogliente e che non sta ad attendere la fine della messa, ma ad aggiungervi un colloquio col suo vescovo", non ha altro da attendersi, se non prendere atto che la vicinanza alla gente è il segno della Visita Pastorale”.

Non solo in ragione dell'aspetto relazionale con la comunità, bensì anche - talora soprattutto - con le varie realtà che il vescovo ha visitato nei tre giorni. Opifici, piccole realtà produttive, ammalati, infermi, comunità di recupero assistenziali psichiatriche.

Emblematico, perché toccante, la domanda di un ospite della struttura: "Tu sei il vescovo?", alla risposta affermativa "allora voglio bene alla Chiesa".

Insomma, una Visita Pastorale che sogna la stessa cosa (la famiglia allargata), dando ragione al suo "Visitatore". "...pienamente convinto che ‘se un uomo sogna da solo il suo resta solo un sogno, ma se molti uomini sognano la stessa cosa, il sogno diventa realtà’” (Lettere pastorale Ascolta popolo mio).

 

 

 

 

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