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Oggi, l’arcivescovo Michele Seccia riprende la sua Visita Pastorale alla Chiesa di Lecce e riparte da Melendugno. Don Salvatore Scardino - che Portalecce ha già incontrato in occasione della tappa di Borgagne, essendo parroco anche di quella comunità – oggi, nell’intervista, presenta la realtà melendugnese.

 

 

 

Don Salvatore, quale realtà sociale e parrocchiale troverà l’arcivescovo venendo in visita pastorale a Melendugno?

La realtà sociale di Melendugno è eterogenea ed è composta sia da famiglie che da gente anziana.  L’offerta lavorativa è soprattutto stagionale anche se vi sono diverse realtà territoriali di produzione agroalimentare che sono degne di nota. La presenza di bambini e ragazzi negli ultimi anni sta diminuendo, probabilmente perché diversi giovani sono andati via dal paese per cercare lavoro altrove.

La realtà parrocchiale è formata da una comunità che partecipa alla liturgia soprattutto nei momenti forti dell’anno, ed è particolarmente attenta ai bisogni del prossimo. Unica pecca è l’assenza dei giovani, nonostante da anni si stia cercando di coinvolgerli nella vita parrocchiale.

Quali sono i punti di forza e le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di liturgia, catechesi e carità?

Dal punto di vista liturgico la parrocchia funziona discretamente tranne per quanto riguarda i giovani che sono lontani dalla Chiesa e non si riesce a coinvolgerli in nessun modo. Esistono diversi operatori attivi in parrocchia, un bel gruppo di catechiste che porta avanti il percorso di iniziazione cristiana di bambini e ragazzi, la Caritas, che lavora bene anche nell’animazione pastorale ed è ben inserito nel contesto sociale del paese e della diocesi e la confraternita che è sempre attiva e attenta ai bisogni della parrocchia.

 

Che cosa vi attendete dalla visita Pastorale e quali sono gli obiettivi da raggiungere a breve e media scadenza?

Ci auguriamo che la presenza dell’arcivescovo nella nostra comunità dia una ventata di rinnovamento ai nostri parrocchiani, c’è bisogno di creare nuovi percorsi che possano rendere i giovani parte attiva della comunità. La Chiesa è la casa di Dio, ma è anche la casa di tutti e quindi gli obiettivi da raggiungere sono in primo luogo incentivare il cambiamento verso una parrocchia più moderna e capace di dialogare con le nuove generazioni, mentre nel medio termine, miriamo soprattutto a riuscire a coinvolgere le persone che sono lontane dalla parrocchia.

 

 

 

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