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Perché la nostra gioia sia piena: questo il titolo dell’inno per la Visita Pastorale dell’arcivescovo alla Chiesa di Lecce scritto da don Tiziano Galati e musicato da don Biagio Mandorino, entrambi sacerdoti della Chiesa di Otranto.

 

 

 

Il testo è composto da quattro strofe con doppio ritornello e da una coda finale e, come ha precisato l’autore dei testi, “prende le mosse dalla letteratura giovannea nel suo insieme” (SCARICA LA PARTITURA).

Infatti, la strofa d’apertura richiama il primo versetto della Prima Lettera di Giovanni che sottolinea la veridicità dell’incarnazione del Verbo della vita.

La seconda attinge al Vangelo di Giovanni in cui Cristo si rivela come luce del mondo (cfr. Gv 8,12) e come via, verità e vita (cfr. Gv 14,6).

La terza si ispira ancora al IV Vangelo usando l’immagine del buon pastore che dona la sua vita per le pecore (cfr. Gv 10,14-15).

La quarta esprime l’impegno a confermare la fede, a vivere la carità e a camminare nella speranza.

La coda finale ammicca al capitolo 3 della Prima Lettera di Giovanni e, come dice don Tiziano, “assume una connotazione più concreta, perché richiama ad una carità fattiva che è prova dell’amore che il fedele nutre per Dio”.

Infine, nel primo ritornello si esprime “la finalità dell’annuncio cristiano che è l’essere in comunione gli uni con gli altri”, mentre nel secondo “è consegnato una sorta di impegno per il bene di tutti, che è l’annuncio del Vangelo, compito affidato alla Chiesa intera e in cui tutti dovrebbero sentirsi coinvolti”.

Per quanto riguarda l’aspetto musicale, l’inno è caratterizzato da una melodia immediata e lineare elaborata a quattro voci nel doppio ritornello. Come ha dichiarato lo stesso don Mandorino: “l’inno di stampo classico ricalca una scrittura semplice, priva di virtuosismi, adatta ad essere cantata subito da tutti, dai bambini agli adulti, con l’uso di qualsiasi strumento, dall’orchestra sinfonica al pianoforte, alle chitarre o all’organo”.

Si tratta insomma di un invito ad accogliere il Signore che viene a visitarci e a lodarlo con il suono del corno, con l'arpa e la cetra, con tamburelli e danze, sulle corde e con i flauti, con cimbali sonori, con cimbali squillanti (cfr. Sal 150,3-5).

*delegato diocesano per la musica sacra e il canto liturgico

 

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