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Ieri pomeriggio, in un clima di sobrietà e intenso raccoglimento, l’arcivescovo Michele Seccia, com’è consuetudine ogni 2 novembre, ha celebrato sul sagrato della chiesa dei Santi Nicolò e Cataldo, nel cimitero di Lecce, la santa messa in suffragio dei fedeli defunti.

 

 

Al termine dell’eucarestia ha benedetto le cappelle del medesimo cimitero, nelle quali - né in quelle confraternali, né in quelle private - quest'anno, non è stato possibile celebrare a causa della pandemia.

Nel corso dell'omelia, l'arcivescovo ha invitato ad avere speranza e a non lasciarsi prendere dalla paura. Il Signore, infatti, ha sconfitto le tenebre e vinto la morte e la Chiesa commemora i fratelli defunti perché è certa che essi vivono in Dio e, pienamente purificati, possono accedere al Cielo.

Il pastore ha anche ricordato l'importanza della solidarietà che soprattutto in tempo di pandemia è necessario ravvivare nei cuori. Ha poi menzionato i tanti operatori sanitari che si sono spesi per il bene dei fratelli e ha voluto pregare particolarmente per gli anziani e le persone sole. Un pensiero speciale ha poi rivolto a coloro che non sono riusciti a sopravvivere al virus. Inoltre, ha sottolineato come i cristiani debbano essere segno della vicinanza di Dio ad ogni uomo. Infine, il Vescovo si è augurato che, nonostante le restrizioni, si possa proseguire il cammino di evangelizzazione e il popolo ritrovi fiducia e coraggio anche in questo tempo di dura prova.

Alla messa hanno preso parte alcuni sacerdoti che prestano il loro servizio ministeriale in città ed erano presenti il Prefetto e il sindaco Carlo Salvemini, che non hanno voluto mancare a questo appuntamento così sentito dai leccesi.

 

 

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