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In occasione dell’arrivo della Fondazione Regina Pacis in Moldavia, l’arcivescovo di Lecce, Michele Seccia ha fatto giungere un messaggio augurale al vescovo di Chisinau, mons. Anton Cosa, ai due sacerdoti leccesi don Cesare Lodeserto, missionario della prima ora e a don Massimiliano Mazzotta, da quasi due anni nel piccolo Paese dell’est europeo e ai loro collaboratori. Ecco il test integrale.

 

 

La Fondazione 'Regina Pacis' compie 20 anni dal suo ingresso in Moldavia. Dopo la prima accoglienza realizzata nel Salento, in occasione della massiccia migrazione proveniente dalle coste albanesi, don Cesare Lodeserto, insieme ai suoi volontari, decise di intraprendere un nuovo cammino, certo che sarebbe stato utile aiutare i poveri proprio nei posti dove essi vivono. Da qui, nacque l'intuizione di aprire una missione in Moldavia, paese così povero e bisognoso di ogni sorta di aiuto.

Mons. Ruppi - cui mi lega un grande affetto filiale e fraterno tanto da voler realizzare il suo ‘sogno’ che oggi mi offre anche la possibilità di sostare (di tanto in tanto) in dialogo orante presso la sua desiderata e auspicata dimora nella nostra Cattedrale di Lecce - incoraggiò e sostenne l'iniziativa promossa da don Cesare, spingendo così la Chiesa di Lecce a intraprendere una nuova missione della carità nell'est europeo. La Chiesa leccese, in questo modo, allargava i suoi orizzonti e realizzava un vero e proprio gemellaggio di comunione con la Chiesa moldava.

Il vescovo di Chisinau, mons. Cosa, che ha visto muovere fin dai primi passi la Fondazione e ha favorito le varie opere di carità rivolte soprattutto verso i bimbi di strada e le persone più bisognose, ha ringraziato più volte la Chiesa di Lecce per il dono di don Cesare, di don Massimiliano e per tutto il supporto che continua a fornire a vantaggio della Chiesa in Moldavia.

Per questi motivi, non potevo far passare in sordina questo anniversario anzi, la ricorrenza - a distanza di quasi due anni dal mio viaggio missionario a Chisinau -, mi permette di aprire ancora una volta le mie  braccia per arrivare sino a Chisinau e confermare nella missione che la Provvidenza ha voluto affidare nella Chiesa e nel mondo prima di tutto a don Cesare e poi anche a don Massimiliano, per strade e circostanze misteriose, a volte contorte ma certamente in un disegno di ampie vedute che solo la fede e la radicalità della vocazione possono rendere possibili.

Il servizio missionario è un grande segno di speranza perché è dal cuore dell’uomo, dalla carità che riesce a donare ai poveri che nasce la speranza per l’umanità. E l’umanità della Moldavia vive la povertà come ‘status’ permanente. A questa umanità don Cesare e il nostro don Massimiliano Mazzotta, insieme con i volontari della Fondazione, da vent’anni continuano a regalare speranza.

L’augurio della Chiesa di Lecce che è vicina e partecipe con don Cesare e con suoi collaboratori e in piena comunione con la Chiesa Moldava assume il volto della gratitudine e dell’incoraggiamento a proseguire in quest’azione di promozione umana con cristiano coraggio e innumerevoli sacrifici sulla via della carità evangelica, fonte autentica di speranza.

Il Signore compenserà gli sforzi e ripagherà con abbondanza tutti gli operatori che donano le loro energie per il bene dei fratelli più bisognosi.

Carissima Chiesa di Lecce che vive in Moldavia, ti benedico di cuore. Anche da parte di don Cosmo che veglia su di noi dal cielo.

 

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