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Ieri mattina un gesto di generosità molto significativo da parte del Corpo della Guardia di Finanza nei confronti della Caritas diocesana.

 

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Presso l’Emporio Caritas di via Adua, a Porta Napoli alla presenza dell’arcivescovo Michele Seccia, del direttore don Nicola Macculi, di Padre Tommaso Chirizzi cappellano militare presso il Comando regionale Puglia della Guardia di finanza e del Ten. Col. Giuseppe Carrozzo, salentino, nativo di Castro, in servizio presso il Comando provinciale di Lecce delle Fiamme Gialle, in seguito al sequestro e alla “confisca di una ingente quantità di merce contraffatta” - è avvenuta lo cerimonia di consegna alla Caritas di Lecce di una donazione reale e simbolica allo stesso tempo, sotto gli occhi indiscreti di alcuni passanti: circa 1600 paia di scarpe sequestrate andranno ai piedi dei poveri.

L’arcivescovo Michele Seccia ha fin da subito sottolineato l’efficacia  simbolica del gesto: “un altro esempio di come da un'azione sbagliata, da un reato in questo caso - il commercio di merce contraffatta - possa nascere il fiore della carità e dell'aiuto verso che vive nel disaggio e non può permettersi nemmeno un paio di scarpe nuove, è il caso di dire”.  “Con un'azione di generosa solidarietà da parte della Guardia di Finanza - ha concluso Seccia -, che come pastore di questa Chiesa locale sento il dovere di ringraziare, proviamo a trasformare il male in bene”,

“La Caritas Diocesana  - ha affermato don Nicola Macculi - provvederà a breve alla distribuzione dei beni sequestrati, ai poveri e alle famiglie bisognose dimoranti sul territorio leccese”.

“L'iniziativa, dall'elevato valore etico e sociale - spiega infine Padre Tommaso Chirizzi -  ricorda che la povertà rimane un’emergenza per tante persone che hanno visto perdersi un lavoro e la loro dignità. Oggi (ieri per chi legge ndr) si compie un esempio di come il connubio tra giustizia, legalità e carità siano l’una il prolungamento dell’altra: il lavoro instancabile delle Fiamme Gialle molto spesso si trasforma in attenzione e premura verso i più deboli”.

 

 

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