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Ci sono tempi, nella vita della Chiesa, che sono chiamati ad entrare a buon diritto nella storia; vi sono stagioni, che seppur nella tempestosità degli eventi che le caratterizzano divengono portatrici di speranza; nello scorrere dei giorni di un corpo ecclesiale è utile riconoscere mente e braccia che conferiscono ad essa unità, armonia e dinamicità.

 

 

Questa simbiosi, in un tempo di pandemia e, forte di una carta vincente già in atto con Portalecce, ha il volto del pastore dell’arcidiocesi di Lecce, l’arcivescovo Michele Seccia e del direttore della testata su citata, Vincenzo Paticchio, ideatori di un movimento di nutrimento spirituale  (tra cui le iniziative #INSIEMENONOSTANTE, #SCRITTINEICIELI e #MARIAVIENIACASAMIA) che entrando nelle case dei fedeli in questo periodo di assenza fisica dalle celebrazioni ha nutrito, accompagnato e dato speranza a tanti cammini belli ma anche provati dalla fatica dei giorni.

I barlumi accesi ai passi di tanti uomini e donne di preghiera hanno avuto l’audacia delle meditazioni sulla Parola, il ristoro delle adorazioni eucaristiche, la peculiare partecipazione alle messe feriali e festive (queste ultime sempre presiedute dall’arcivescovo) e ai riti della settimana santa in modo particolare.

Tutti questi appuntamenti, ieri, Solennità di Pentecoste, hanno avuto il loro compimento, apprezzati come un dono dello Spirito alla Chiesa; il tutto espletato mai per amor proprio bensì quale autentico servizio alla Parola.

Questo il concetto espresso da Paticchio nell’ INDIRIZZO DI SALUTO rivolto a mons. Seccia all’inizio della celebrazione, svoltasi per l’ultima volta, nella cappella di San Gregorio Taumaturgo e trasmessa in diretta dal portale diocesano e da Telerama: “non ci interessava l’audience, quanto invece non disperdere e non rallentare il cammino infinito ed impervio della comunione. #INSIEMENONOSTANTE voleva giusto rivelare il vero obiettivo di questa esperienza di servizio: nessun virus, nemmeno il più mortale, fermerà mai l’annuncio contagioso del vangelo e l’urgenza di essere in comunione”.

Il tempo di precarietà da cui lentamente, il mondo e la Chiesa stanno uscendo ha recato non solo eventi capaci di far riflettere quanto anche dinamiche in grado di rendere l’uomo più umano sull’esempio di Cristo (cfr. GS 42) e inserirlo in un contesto comunitario fatto di relazioni autentiche, di legami (financo quello con Cristo) da rinsaldare e da ri-leggere in chiave caritativa (nella sua accezione terminologica più vera= dono d’amore).

Prosegue ancora il portavoce dell’arcivescovo: “anche se l’Eucarestia in tv o su internet non ha lo stesso valore sacramentale, per moltissimi […] ha rappresentato l’olio della consolazione e il vino della speranza di cui si è nutrito il nuovo monastero invisibile che si è formato giorno per giorno”.

Tanti i pensieri affettuosi del direttore di Portalecce: “a don Antonio Murrone, il direttore dell’Ucs, don Riccardo Calabrese e don Andrea Gelardo, insostituibili e inossidabili per la pazienza che hanno con me; a don Emanuele Tramacere che ha sposato la causa da new entry quasi per curiosità, scoprendo la gioia di un nuovo e inatteso mettersi al servizio della Chiesa di Lecce; grazie a don Gigi, il vicario e nostro primo tifoso e poi a don Antonio Montinaro che ci ha supportato soprattutto con le risorse, credendo nel progetto e riponendo in noi tanta fiducia; una parola di gratitudine a don Damiano, prezioso nella fase di progettazione di questo nuovo servizio pastorale, a don Emanuel, il suo segretario sempre vicino e collaborativo, a don Attilio, altro nostro fan; a don Giovanni Serio che nell’ultimo mese si è affiancato a noi coinvolgendo le famiglie della diocesi nella recita del rosario, a don Flavio che ci è venuto incontro in tanti modi perché le nostre liturgie fossero vere e dignitose, a don Mattia che ha guidato sull’altare i riti della settimana santa, a don Vito Caputo che ha scritto i testi dei commenti alla liturgia e che ha magistralmente guidato i telespettatori alla comprensione dei segni della messa della vigilia di Pentecoste, e a don Federico Andriani che ha seguito per noi tutte le sue omelie a porte chiuse; grazie a chi ha guidato le recite del rosario, prima le suore d’Ivrea dell’Istituto Saraceno e poi per oltre due mesi Rosanna e Antonio Sorrento; grazie agli organisti Tonio Calabrese e Andrea Rosato e infine grazie a Paolo Pagliaro, editore di Telerama e ai suoi collaboratori Annarita Pittini e Stefano De Tommasi”.

Il viaggio termina questa prima tappa ma continua con altre mete volte tutte ad ammirare la grandezza dell’annuncio del vangelo.

 

Forum Famiglie Puglia

 

Mi curo di te, la sanità nel Salento. Radio Portalecce