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“Coraggio. Sono Io non abbiate paura”. Questa è la seconda parola-chiave che il Papa Francesco ci consegna per accompagnare la nostra vita e il nostro cammino vocazionale.

 

 

CORAGGIO, si quanto c’è ne vuole oggi, questa forza d’ animo nella nostra quotidianità, nelle nostre scelte. Avere coraggio non significa non provare paura, ma essere pienamente consapevoli della paura e avere la forza per affrontarla.

Certamente il coraggio è una qualità umana,  che nasce dal cuore. Si perché la parola coraggio significa seguire il cuore: vivere con il cuore. Essere coraggiosi è la forza che ci fa andare per quella strada che non conosciamo, ma che ci sta chiamando da chissà quanto tempo.

Coraggio è soprattutto accogliere la speranza come dono dello Spirito che ci fa scoprire nel nostro oggi una vita che va oltre, ci getta in questa vita con un si di tutto il nostro essere, dove abbiamo la possibilità di porre, i mezzo ai rischi della nostra società, quei segni di un altro avvenire, di un mondo rinnovato che porterà frutto a suo tempo per rispondere ai continui appelli di Dio. Dobbiamo per questo, fare il primo passo quello più difficile che ci spaventa perché ci conduce a fare un salto lontano, ci costringe a muoverci ad agire, a liberarci da abitudini e dai nostri fantasmi dell’ incredulità, come dice il Papa, e dalle nostre prigionie: incertezze, paura di fallire o essere impreparati, inadeguatezze, il pensare di non essere all’ altezza.

Se ci lasciamo travolgere dal pensiero delle nostre responsabilità o dalle avversità che si presentano allora distoglieremo lo sguardo da Gesù, come Pietro, rischieremo di affondare.

Il Papa in questo messaggio pare voglia dirci: “Riprenditi la vita e ascolta. Senti in profondità, fermati e osserva quanto desiderio buono c’è in te, tutti siamo parte di quella bellezza custodita nel cuore, dove c’è la straordinaria capacità di stupirci, di amare… di rispondere”.

È la via del coraggio che ci fa tendere la nostra mano e la nostra vita  al Signore certi che Dio è Presente anche nella profondità delle nostre notti.

Scavato in se stesso dalla prova del dubbio, colui che vuole vivere il Vangeli, si lascia rigenerare dalla fiducia in Dio.

Sta  a noi, allora, decidere di far salire Gesù nella barca del nostro cuore e lasciare che porti luce e coraggio di andare e rischiare.

Siamo come la cascata di una montagna. Se l’ acqua non si butta coraggiosamente… imputridisce. E allora buttiamoci rassicurati dalla Parola di Gesù: “Non aver paura. Io sono con te”.

 

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