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E così è stato. Proprio come annunciato. Una vera festa di preghiera, di comunione, di Chiesa che allarga il proprio orizzonte di servizio affidando ad altri nuovi quarantadue laici compiti propri della liturgia.

Così in una cattedrale gremita come nelle grandi occasioni, l'arcivescovo Michele Seccia ha presieduto la solenne concelebrazione trasmessa in diretta Fb sulla pagina di Portalecce (CLICCA QUI) cui hanno partecipato tutti i parroci di provenienza dei candidati ai ministeri del lettorato e dell'accolitato e al servizio di ministri straordinari della comunione.

Studio, preghiera e discernimento sono stati i compagni di viaggio nella preparazione dei nuovi ministri. Lo ha ricordato al'inizio della liturgia il vicario episcopale per la liturgia e direttore dell'Ufficio di Curia preposto anche ai ministeri istituiti, don Vito Caputo. “'Io sono in mezzo a voi come colui che serve' - ha detto don Vito nel rivolgere il suo saluto al pastore -. Queste parole di Gesù indicano il modello che deve ispirare ogni ministero nella Chiesa: da questa lezione evangelica la ministerialità della Chiesa è rinnovata continuamente cosicché ciascuno può vivere in autenticità di fede e di servizio, il ruolo che in forza del battesimo e dei doni dello Spirito è chiamato a svolgere per rendere gloria al Signore, edificare il Regno di Dio e santificare i fratelli”.

Un'alta lezione sul ruolo e sul servizio dei laici nella Chiesa l'ha offerta l'arcivescovo durante l'omelia: “Attraverso di voi il Signore si dona, nella sua Parola e nel suo Corpo che si fa alimento e conforto specie per le persone anziane, sole ammalate”.

“Allargare ai laici seguendo il magistero dei Papi - ha ribadito - non significa sminuire la grandezza del mistero. Ma è un atto di fiducia che viene da Dio che vi ha chiamati al servizio e che il vescovo conferma affidandolo alle vostre mani e alla vostra vita”. E ha concluso rivolgendosi ai candidati: “la Chiesa vi chiede di mettere la vostra vita, la vostra voce, le vostre mani a disposizione della comunità. A disposizione non in esibizione alla comunità. Il vostro nuovo servizio non si riduca ad una gratificazione personale, sia pure spirituale: l'unica gratificazione che vi è concessa come ministri è la certezza di essere amati dal Signore. Il ministero che vi è affidato non è un titolo ma uno strumento prezioso di servizio. Non sia per voi un onore ma un privilegio di grazia che più che essere ostentato va vissuto nell'umiltà del servizio e della diponibilità”.

Al termine dell'omelia l'arcivescovo ha istituito un lettore e nove accoliti e ha affidato a trentadue uomini e donne il servizio di collaborare con i parroci nello speciale ministero della comunione eucaristica sia durante le liturgie sia come viatico per gli ammalati.

Servizio fotografico di Arturo Caprioli

 

 

 

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