0
0
0
s2sdefault

“È un momento di gioia, di festa e di rendimento di grazie al Signore perché tutto, anche il vostro ministero, viene da Lui”. Queste le parole dell’arcivescovo Michele Seccia che ha presieduto sabato sera nella cattedrale di Lecce, gremita di fedeli, la solenne concelebrazione eucaristica durante la quale ha istituito un lettore, tredici accoliti e diciassette ministri straordinari dell’Eucarestia: trentuno laici in tutto provenienti dalle comunità parrocchiali diocesane.

 

 

 

Accompagnati dai loro parroci e dalle comunità di appartenenza e dopo un lungo periodo di formazione sotto la guida di don Luca Curlante (responsabile Ufficio ministeri) di don Vito Caputo (direttore Ufficio liturgico) e don Gianni Mattia (direttore Ufficio pastorale sanitaria), questi 31 laici hanno ricevuto dall’arcivescovo un mandato speciale: essere coadiutori dei sacerdoti e dei diaconi nel servizio della Parola e dell’Eucarestia.

Inoltre, l’arcivescovo - continuando nell’omelia - ha sottolineato come “Siamo noi ad esprimere desideri e volontà che sono state anticipate e manifestate dalla serietà con la quale ciascuno di voi ha inteso prepararsi a questo momento sia nella propria comunità parrocchiale, sia seguendo quel percorso di approfondimento di liturgia e teologia che la Chiesa propone, ma non è sufficiente il desiderio e la pia ispirazione di assolvere ad un ministero, è soprattutto un tempo di preparazione che deve essere segnato da uno spirito di preghiera, da una volontà di comprensione e da un affidamento totale alla grazia di Dio”.

I ministeri esigono consapevolezza, in chi li assume; maturano e si nutrono mediante un costante sforzo ascetico, perché́ all'ufficio e alla grazia ricevuti deve corrispondere una coerente testimonianza di vita, “conoscere quel che si fa, imitare ciò̀ che si tratta”. Il criterio di discernimento per l'istituzione dei lettori e degli accoliti non ha unicamente una buona attitudine e preparazione ai riti, bensì̀ un'idoneità̀ a espletarne il ministero conseguente e la disponibilità̀ radicale ad essere e a fare nella Chiesa quanto il ministero comporta. È una donazione di sé quella che si richiede a colui che assume il ministero, il quale esige poi continuità̀ e disponibilità̀.

Un augurio speciale a Stefano Belfiore, assiduo collaboratore di Portalecce, istituito accolito l’altra sera: lo spirito di servizio che lo contraddistingue ora si allarga perché anch’egli si faccia dono, come l’eucarestia, per i fratelli.

 

Racconto per immagini di Arturo Caprioli

 

 

 

Forum Famiglie Puglia