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Se n’è andato stamattina nel silenzio della sua casa paterna di San Pietro in Lama. Così come aveva scelto di vivere negli ultimi 14 anni dopo aver lasciato la comunità parrocchiale di San Nicola di Squinzano, la sua unica “sposa” per 42 anni di sacerdozio.

 

 

In realtà era sacerdote da oltre 70 anni. Lo scorso 29 luglio aveva festeggiato l’ultimo anniversario attorniato dagli affetti più cari, dai sacerdoti più legati a lui e dall’arcivescovo Michele Seccia che andò a trovarlo nella sua casa quando don Antonio, forse inconsapevolmente ha lasciato attraverso Portalecce il suo ultimo messaggio, quasi un testamento spirituale (GUARDA).

Non è semplice ricordarlo. E non solo per tutto ciò che ha fatto da sacerdote colto, da arciprete infaticabile di Squinzano, da giudice ecclesiastico e vicario giudiziale della diocesi, da assistente della Fuci, della Fism, del Cif, da stretto collaboratore fedelissimo dei vescovi Minerva, Mincuzzi, Ruppi (con lui anche vicario episcopale) e, nella preghiera quotidiana, di mons. D’Ambrosio e di mons. Seccia.

Non è semplice ricordarlo per chi è vissuto accanto a lui per tanti anni. Per chi lo ha amato, a volte lo ha fatto soffrire ma che da lui ha imparato a vivere. Non è facile…

Non resta che la preghiera. Silenziosa come la preferiva. E la gratitudine per i tanti insegnamenti ricevuti. L’esempio di una vita coerente e di un sacerdozio vissuto come servizio permanente a Cristo e alla Chiesa.

 

I funerali si svolgeranno domani 13 aprile alle 11,30 nella chiesa madre di San Pietro in Lama e saranno presieduti dall’arcivescovo Michele Seccia. Al termine, verso le 13, la salma verrà condotta a Squinzano, in chiesa madre per una veglia di preghiera presieduta dall’arcivescovo Luigi Pezzuto, anche lui molto legato “all’arciprete” e per l’ultimo saluto della comunità che ha servito dal 1966 al 2008.

 

 

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