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Una lettera dell’arcivescovo Michele Seccia ai sacerdoti e a tutta la comunità diocesana per aprire la settimana dei festeggiamenti in onore dei Santi Oronzo, Giusto e Fortunato e per invitare tutti a sentirsi “protagonisti della festa patronale”.

 

 

“Desidero raggiungervi con questa mia nuova lettera - scrive Seccia in apertura della missiva (LEGGI IL TESTO INTEGRALE) - per augurarvi ogni bene nel Signore, nella speranza che abbiate potuto riposarvi in questo tempo di vacanza, così tanto utile per rifocillarsi nel corpo e nello spirito. Sono lieto che tanti di voi abbiano approfittato per svolgere un corso di esercizi spirituali o un tempo di ritiro”.

“Sono tanti i turisti che, anche quest’anno, hanno scelto la nostra città e le nostre marine - prosegue l’arcivescovo - per trascorrere questo tempo e avverto già un certo fervore in tanti fedeli che desiderano partecipare alla festa in onore del nostro celeste patrono. Ricordo che Sant’Oronzo, primo vescovo di Lecce, non è solo il protettore della città, ma di tutta la diocesi e del Salento intero. Pertanto, veramente auspico che tutti vi sentiate protagonisti della festa patronale”.

Dopo aver ricordato gli appuntamenti di questa settimana e in particolare quelli del 24 e del 26 agosto con la processione e la chiusura del Giubileo Oronziano, Seccia si è soffermato sul significato cristiano della processione.

“Questo evento di fede - scrive il pastore - mancava da ormai due anni, a causa dell’emergenza sanitaria. Dunque, siamo chiamati a viverlo con intensa pietà e con grande gioia. Conto sulla partecipazione di tutti e spero che sempre più gente passi dal vedere al seguire la processione. Mi sovviene, al riguardo, la scena della crocifissione del Signore e, in particolare, quel versetto del vangelo di Luca, in cui si dice: ‘Dopo che i soldati ebbero crocifisso Gesù, il popolo stava a vedere’ (Lc 23,35), che il card. Ravasi commentava così: ‘Il popolo stava a guardare come se nulla fosse, con le mani in mano e la testa per aria’. Dobbiamo realmente compiere questo passaggio interiore dallo stare a vedere, all’andare dietro al Signore e ai suoi santi, i quali hanno testimoniato, persino con l’effusione del sangue, cosa significhi seguire Gesù, giacchè, ‘in questo mondo non abbiamo tempo di pace, ma di continua lotta. Avremo un giorno la pace, se combatteremo da forti, come i martiri, sopra la terra’ (San Giovanni Bosco). Impegniamoci maggiormente allora a evitare il chiacchiericcio e a pregare durante tutto il percorso della processione”.

“Auspico - conclude l’arcivescovo -, infine, che, con l’apporto di tutti, possiamo vivere questo tempo di grazia sotto la protezione di Sant’Oronzo e, cessata la crisi sanitaria, la nostra Chiesa diocesana possa riprendere il cammino con rinnovata fiducia e speranza”.

 

 

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