Pomeriggio profondamente intenso e carico di emozioni spirituali è stato quello che la comunità cittadina di Turi ha vissuto martedì scorso, in occasione del pellegrinaggio a Lecce per la celebrazione del Giubileo Oronziano in occasione del bimillenario della nascita di Sant’Oronzo, comune patrono.
Arrivati a Lecce presso “Porta Rudiae”, dopo aver ammirato lo splendore del portale che onora e trionfa Sant’Oronzo, in pellegrinaggio orante tra lo stupore e la meraviglia dei passanti e di tanti turisti che affollavano il centro storico, portando processionalmente il reliquiario contente un frammento della tibia di Sant’Oronzo, scoperta a Nin in Croazia, sono giunti in piazza Duomo dove sono stati accolti dall’arcivescovo Michele Seccia che, con la sua consueta paternità e cordialità, ha subito venerato la reliquia che l’arciprete di Turi, don Giovanni Amodio ha portato con se da Turi e, dopo aver pregato nella cappella del seminario diocesano, insieme, hanno fatto ingresso in cattedrale.
Evidente è stata la commozione dell’arcivescovo che, con il reliquiario consegnato nelle sue mani, ha varcato la Porta Santa insieme ai circa cento pellegrini e che, devotamente, ha collocato dinanzi all’effige di Sant’Oronzo sull’altare a lui dedicato.
Dopo la benedizione impartita dall’arcivescovo, ha avuto inizio la celebrazione eucaristica presieduta dall’arciprete di Turi, insieme a don Giuseppe Dimaggio e al diacono Leonardo Rossi.
Evidente è stata la intima e profonda partecipazione alla preghiera, segno della sentita devozione che la comunità turese nutre nei confronti del suo padre e pastore nella fede, ma anche al pensiero che, dopo duemila anni, un frammento del suo corpo ritorna nella sua Lecce. Tutto con molta umiltà, semplicità e devozione pura e sincera.
Dopo la celebrazione i pellegrini hanno fatto visita alla cripta della cattedrale e al museo diocesano intelligentemente guidati dal prof. Giovanni Colonna.
Alle 20.30 circa con animo gioioso e soprattutto rinnovato hanno fatto ritorno a Turi con la promessa di un prossimo futuro ritorno alla “Chiesa madre” nella fede grazie alla missione del comune patrono Sant’Oronzo.