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Il gelataru, gelataio, si riconosceva per il grido “gelati al limone, gelati!” gusto che, più di ogni altro, era particolarmente richiesto perché ritenuto estremamente dissetante; tuttavia disponeva anche di quello al cioccolato ed alla crema.

Spingeva un triciclo a pedali (successivamente a motore), su cui era montato un contenitore sagomato in cui trovavano posto le sorbettiere stagnate, poggiate su ghiaccio tritato misto a sale, espediente che consentiva al prodotto di non liquefarsi. I clienti più affezionati del gelataio erano prevalentemente i bambini.

Per approfondimenti:

  1. R. Barletta, Ci tene arte tene parte, Grifo, Lecce 2011

 

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